mercoledì 20 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : TOM GORMAN


Gran giocatore, soprattutto nella prima metà degli anni '70, fu l'americano Tom Gorman. Classe 1946, originario di Seattle, era un tennista molto elegante e versatile, capace di trovarsi bene un po' su tutte le superfici. Studente presso l'Università di Seattle, dove si laureò, divenne professionista nel 1968, dopo aver giocato come amateur dal 1966: nel 1967 lo ricordiamo vincitore a Eugene e semifinalista a Minneapolis e Newport, mentre nel 1968 si registra la prima finale importante, quella di Cincinnati, persa con l'ex grande talento William Harris (personaggio del quale parleremo quanto prima). Il 1969 lo vede vincitore a San Luis Potosi (su Bovett) e finalista a Salt Lake City e Beckenham, mentre con l'ingresso negli anni '70 ha inizio il miglior periodo della sua carriera. Nel 1970 vince a Caracas (su Battrick) ed Edimburgo (su Paish), è finalista a Manchester, Grove City e alla Dewar Cup di Londra (sconfitto le prime due volte da Lutz e l'ultima da Alexander). Le tre annate seguenti sono le migliori: Gorman viene considerato uno dei primi 10 giocatori del mondo ed anche il computer ATP lo premia in tal senso con il suo best ranking di n°10. Nel 1971 segnaliamo la vittoria a Columbus (su un giovane Jimmy Connors), le semifinali al Queen's ed a Wembley e soprattutto la semifinale a Wimbledon, dove fa sensazione la sua vittoria nei quarti addirittura su Rod Laver, prima di cedere a Stan Smith. Brillantissimo anche nel 1972, quando non vince alcun tiolo ATP, ma mette insieme ottimi piazzamenti: finali a Seattle e Londra (perse con Ilie Nastase) e semifinali a Washington, Los Angeles, Parigi indoor ed al Masters; la “perla” è però costituita dalla seconda semifinale Slam della carriera, conquistata agli US Open e persa ancora una volta con Nastase. Splendido anche il 1973, con due successi pieni al WCT di Vancouver (su Kodes) ed a Stoccolma (su un giovanissimo Borg), una bellissima semifinale al Roland Garros (superato dal solito Nastase) e quelle di Milano, Chicago, Nottingham, Washington e Seattle. Leggero calo nel 1974, con l'uscita dai top ten, ma il livello resta ottimo: finali a Richmond WCT (tanto per cambiare con Nastase), Miami WCT (con Drysdale), Rotterdam (con Okker) e Beckenham (con Vijay Amritraj), semifinali a Washington, Johannesbourg, Columbus, Los Angeles e Vienna. Pur molto attivo affronta un calo di rendimento a partire dal 1975, trovando collocazione per qualche anno fra il 30° ed il 50° posto del ranking mondiale ATP: nel 1975 attraversa una terribile crisi, inanellando 12 sconfitte consecutive, quindi si riprende vincendo a sorpresa il prestigioso torneo di Cincinnati (su Sherwood Stewart); poi , dopo una semifinale a Columbus ed alcune altre sconfitte, mette nel carniere un altro bel successo ad Hong Kong (su Sandy Mayer). Nel 1976 vince a Baltimora (ovviamente su Nastase) e Sacramento (su Bob Carmichael) e ottiene qualche altro buon piazzamento, mentre nel 1977 lo troviamo ancora in finale ad Hong Kong (battuto addirittura dal 43enne Ken Rosewall) ed in semifinale ad Adelaide, Baltimora e Washington. Prima del ritiro, avvenuto alla fine del 1980, ricordiamo altre due finali perse nel 1978 (a baltimora e Taipei, rispettivamente con Drysdale e Teacher) ed una nel 1979 (a San Josè con Bernie Mitton). Da menzionare, infine, nove titoli vinti nel doppio.
Molto rilevante la sua attività come Davisman (7 vittorie e 5 sconfitte in singolare, una vittoria in doppio): ha preso parte alle finali del 1972, vinta a Bucarest con la Romania (perse da Tiriac, dopo aver vinto i primi due set, e da Nastase) e del 1973, persa a Cleveland con l'Australia (perse sia con Laver che con Newcombe). E' stato inoltre capitano dal 1990 al 1992, potendo contare su giocatori quali Sampras, Agassi, McEnroe, Courier e Chang: ha giocato tre finali consecutive, vincendo nel 1990 e 1992, contro Australia e Svizzera, e perdendo nel 1991 in Francia.



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