Giocatore
americano classe 1964, specialista della terra, Lawson Duncan fu
attivissimo anche nel nostro Paese, dove disputò tantissimi match.
Ebbe il suo anno migliore nel 1985, quando fu capace di arrivare sino
al 47° posto nel ranking mondiale e di raggiungere tre finali ATP
nel giro di un mese (a Bari, Marbella e Madrid, perdendo
rispettivamente da Claudio Panatta, Horacio De La Pena e Andreas
Maurer) e conquistare i quarti al Torneo dei Campioni di Forest
Hills, dove batté Kriek (ed il nostro amico Guillermo Rivas) prima
di cedere a Lendl. Nel 1987 vinse i challenger di Agadir e Casablanca
(sul nostro Massimiliano Narducci) e nel 1988 lo ricordiamo vincitore
al challenger finlandese di Hanko, semifinalista a Charleston,
Firenze e Bari, ma soprattutto finalista nel prestigioso torneo di
Boston, dove perse da Thomas Muster. Ancora una finale nel 1989, a
Charleston, sconfitto da Jay Berger ed ancora buoni risultati in
Italia (semifinali a Firenze e San Marino), oltre al miglior
risultato in un torneo dello Slam, il quarto turno raggiunto al
Roland Garros, sconfitto da Mats Wilander. Sesta ed ultima finale
persa è quella di Firenze nel 1990, quando dopo un buon torneo
cedette allo svedese Magnus Larsson, uscito dalle qualificazioni.
Rendimento in calo negli anni seguenti e precoce ritiro, anche a
causa di alcuni seri problemi al ginocchio. In carriera vanta
vittorie su Vilas, Ivanisevic, Gildemeister, Novacek, Berger,
Tulasne, Kriek, Mancini, Krickstein, Peres-Roldan, oltre che su tutti
i i migliori italiani dell'epoca (Canè, Cancellotti, Camporese e
Claudio Panatta).
La prima partita di tennis che ho visto in tv è stata Duncan Jaite quando avevo 10anni, me la ricordo ancora, Duncan vinse nonostante Jaite tirasse più forte, ma Duncan è stato più regolare in quella partita.
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