domenica 24 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : ROGER TAYLOR

Nel lunghissimo periodo intercorrente fra il grande Fred Perry e Tim Henman, in campo maschile i britannici non hanno prodotto dei grandissimi giocatori: ricordiamo Buster Mottram, il gallese Battrick, John Lloyd, Mark Cox ma soprattutto il mancino Roger Taylor, omonimo dei batteristi dei Queen e dei Duran Duran. Classe 1941, Taylor non fu un campione, ma certamente un buonissimo giocatore, n°1 del suo Paese per un lungo intervallo di tempo, a cavallo fra la seconda metà degli anni '60 e la prima metà dei '70. Lo ricordiamo come un tennista piacevole, dotato di un buon tennis d'attacco ed a suo agio su tutte le superfici, con una preferenza per erba e veloce. Vinse il suo primo titolo da “amateur” nel 1964, al torneo francese di Beaulieu (su Sanders), ma per qualche anno vivacchiò senza particolari acuti, sino al 1967, quando mise insieme una delle migliori stagioni della sua carriera: vinse sull'erba di Surbiton (su Wilson), a Stalybridge (su McMillan) ed a Colonia (su Darmon), raggiungendo le finali al Queen's, a Curacao ed a West Kirby e soprattutto la semifinale a Wimbledon, dove fu sconfitto sul filo di lana, in un match ampiamente alla sua portata, dal tedesco Wilhelm Bungert. 
Nel 1968 aderì alla proposta di Lamar Hunt, firmando un accordo con il WCT (era uno degli “Handsome Eight”, ne abbiamo parlato nel post sul WCT) e vinse il torneo pro di Port Elizabeth (su Roche). Nel 1969 solo una finale ad Hilversum persa con Okker, prima di un'altra ottima stagione nel 1970, quando tornò in semifinale a Wimbledon, sconfitto da Ken Rosewall, e perse un'accessibile semifinale agli Australian Open contro il giocatore di casa Dick Crealy; oltre a questo perse le finali dell'Open del Canada e di Hilversum. Nel 1971 si ricorda il successo a Palermo (su Barthes) e la finale a Newport, nel 1972 il successo a Merion, su Mal Anderson. Il 1973 fu un'altra annata di ottimo livello: i titoli di Copenaghen (su Riessen) e Newport (su Giltinian), le finali al Queen's, Chicago e Cleveland e soprattutto la terza ed ultima semifinale a Wimbledon. Era l'anno del boicottaggio e Taylor (che dopo una lunga indecisione aveva deciso di non aderire allo storico "sciopero") perse davvero la più grande occasione per alzare il trofeo: dopo aver battuto il 17enne BJorn Borg nei quarti, fu sconfitto in semifinale dal futuro campione Jan Kodes, dopo aver condotto per due set ad uno. In finale avrebbe affrontato, da favorito, il sovietico Alex Metreveli. In quell'anno, nel quale ottenne anche il miglior risultato al Roland Garros coi quarti di finale, fu valutato in uno dei primi ranking ATP come n°11 del mondo. Buoni anche i due successi ATP del 1975, a Roanoke (su Gerulaitis) e Fairfield (su Sandy Mayer). 
Di Taylor, ritiratosi alla fine degli anni '70, ricordiamo anche quell'importante match perso in Coppa Davis, a Wimbledon, contro il nostro ispiratissimo Tonino Zugarelli, nell'anno del nostro trionfo, il 1976. Inoltre vanno menzionati anche i suoi due titoli consecutivi conquistati agli US Open nel doppio: nel 1971 in coppia con John Newcombe e nel 1972 con Cliff Drysdale. Ricordiamo infine, all'inizio dello scorso decennio, la sua lunga esperienza come capitano di Coppa Davis del team britannico.

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