L'argentino
Guillermo Perez Roldan, classe 1969 originario di Tandil (come Del
Potro) era un classico giocatore da terra battuta, dotato di due
solidi fondamentali da fondo campo e di una notevole resistenza
fisico. Ebbe una eccellente carriera a livello giovanile (lo
ricordiamo vincitore, tra l'altro, di due titoli consecutivi al
Roland Garros juniores, nel 1986 e 1987), quando si muoveva con un
team supervisionato dal padre Raul, che comprendeva fra gli altri
anche la sorella Mariana (che fu n°51 del mondo prima di essere
fermata da problemi fisici) e dal mancino talentuoso ma discontinuo
Franco Davin. In seguito fu molto positivo il suo impatto nel
circuito ATP, dove vinse nove titoli, su venti finali disputate,
tutte sulla terra, raggiungendo il 13° posto nel ranking mondiale:
Monaco, Atene e Buenos Aires 1987 (rispettivamente su Vajda,
Meinecjke e Berger), Monaco 1988 (su J.Svensson), Palermo 1989 (su
Canè), San Marino 1990 (su Camporese), San Marino 1991 (su Fontang)
Casablanca 1992 (su G.Lopez) ed ancora Casablanca 1993 (su El
Aynaoui).
Numerose
le sue apparizioni in Italia, dove è ricordato soprattutto per la
finale degli Internazionali di Roma del 1988 (suo anno migliore,
arrivò anche nei quarti a Parigi, fermato da Agassi), nella quale
perse al quinto set dal n°1 del mondo Ivan Lendl, in un match nel
quale il pubblico parteggiò palesemente per lui (o, più
probabilmente, contro Lendl), suscitando le ire di Ivan il Terribile.
Di lui si ricorda anche la piccola polemica imbastita da John McEnroe
il quale una volta si lamentò pubblicamente per essere stato
inserito come testa si serie agli US Open proprio dopo Perez-Roldan.
Dopo una serie di risultati negativi, anche causati da svariati
problemi fisici forse causati dalla particolare usura provocata dal
suo tennis si ritirò a meno di 30 anni, dedicandosi all'attività di
coach (ha seguito alcuni giocatori sudamericani, fra i quali il
cileno Nicolas Massu).
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