Sino
al 1971 nella Coppa Davis vigeva la regola del Challenge Round: la
squadra detentrice del titolo (che dal 1937 in poi non era mai stata
diversa da U.S.A. e Australia) aspettava in finale, in casa propria,
la vincitrice della competizione vera e propria, strutturata su dei
tabelloni divisi per zone geografiche i cui vincitori confluivano in
tabelloni inter-zona ed infine in una finale che designava il team
che avrebbe appunto affrontato la squadra campione nel Challenge
Round. La finale del 1971, vinta con qualche piccola difficoltà
dagli U.S.A. a Charlotte sulla Romania, fu quindi l'ultima a
disputarsi con quell'ormai anacronistica formula. Nell'ottobre del
1972 finalmente la finale di Coppa Davis tornò in Europa, dove
mancava addirittura dal 1937, da quando gli U.S.A. di Don Budge
strapparono la coppa ai britannici sull'erba di Wimbledon, e
precisamente a Bucarest dove la Romania di Ilie Nastase, fresco campione
degli US Open, e Ion Tiriac avrebbe atteso, con un lieve vantaggio nei
pronostici, gli U.S.A. di Stan Smith, campione in carica di Wimbledon
(proprio su Nastase), per un'attesissima rivincita del match di
Charlotte.
Tutta la Romania era in fermento per l'evento, Ceausescu
gonfio d'orgoglio e nazionalismo spronava la sua squadra ed il clima
si annunciava rovente per gli americani, che manifestarono
apertamente la propria preoccupazione per le difficoltà
dell'incontro, sia sotto l'aspetto tecnico che, soprattutto, sotto
quello ambientale. Quella fra U.S.A. e Romania stava diventando una
sorta di "classica" poichè, oltre alla già menzionata
finale di Charlotte del '71, anche il Challenge Round del 1969 si
era disputata fra le due nazioni: quella volta, a Cleveland, nonsotante
dei match equilibrati, gli staunitensi (Ashe, Smith e Lutz) si
erano imposti con un netto 5-0.
Sui
campi in terra del Club Sportiv Progresul, il 13 ottobre 1972 si
giocò il match di apertura fra Ilie Nastase e Stan Smith, in quel
momento probabilmente i due più forti giocatori del mondo: in un
clima tremendo, con dei giudici di linea clamorosamente parziali
(qualcuno la definì “una sagra del furto”) ed un pubblico ben
oltre il limite della maleducazione e dell'antisportività, Smith
portò a termine un piccolo capolavoro: riuscì a rimanere
impermeabile a tutto, isolandosi e riuscendo a domare in tre soli set
(11-9 6-2 6-3) un avversario fortissimo, in una situazione ai limiti
della sopportabilità. Fu invece Nastase a non reggere il peso della
responsabilità: nel momento in cui ottenne il primo break del match,
sul 8-8 del primo set, ebbe un vero e proprio crollo psicofisico, dal
quale non fu più capace di risollevarsi. Per i rumeni tutto sembrava
perduto, visto che contavano proprio sui due punti di Nastase e sul
doppio, ma fu invece il vecchio Ion Tiriac, giocatore tutt'altro che
eccelso, a trovare la zampata giusta per riportare, con un
consistente aiuto del pubblico e dei sempre più faziosi giudici di
linea, il match in equilibrio: rimontò l'americano Tom Gorman, buon
giocatore compreso fra i primi 10 del mondo, sconfiggendolo per 4-6
2-6 6-4 6-3 6-2.
A questo punto la bilancia sembrava pendere
decisamente dalla parte della Romania: nella finale dell'anno prima a
Charlotte il pur buon doppio americano, formato da Smith ed Eric Van Dillen, fu infatti
battuto in tre netti set da Nastase e Tiriac; sarebbe quindi bastato
ripetere quel risultato fra le mura amiche e abbinargli la “scontata”
vittoria di Ilie su Gorman per portare a casa l'agognata insalatiera.
Ma sabato 14 ottobre accadde l'imponderabile: sotto gli occhi di un
furioso ed avvilito Ion Tiriac, il grande Nastase giocò uno dei
match più disastrosi della sua carriera. Sbagliò di tutto, in modo
sistematico, senza mai riuscire ad entrare in partita, mostrando un
nervosismo ed una tensione che lo resero confuso ed inoffensivo: il
punteggio finale fu terrificante per i due rumeni, sconfitti per 6-2
6-0 6-3. Un Tiriac ormai 33enne tentò un ultimo colpo di coda e,
sempre trascinato dal pubblico e dagli ineffabili giudici di linea,
gettò tutto sé stesso nel primo match della domenica, portando al
quinto set Stan Smith: a quel punto si rese però conto di aver
semplicemente finito la benzina...né il pubblico né i giudici
poterono aiutarlo, il quinto set si trasformò in una sorta di
mattanza ed il risultato fu un rapido 6-0 (finale per Smith, 4-6 6-2
6-4 2-6 6-0). L'inutile successo di Nastase su Gorman fissò il
punteggio sul 3-2 per gli U.S.A. ma non mitigò la terribile
delusione del popolo rumeno, il quale, non volendo credere alla
vulnerabilità del proprio idolo, preferì credere alla voce secondo
cui Ilie avrebbe “venduto” le sue sconfitte in cambio dei dollari
americani! Fu così che si concluse la terza e (finora) ultima occasione per
la Romania di conquistare una storica Coppa Davis.
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