Alcuni
giocatori hanno rivestito in passato il ruolo di “pietra di
paragone”, uno di quelli che pur non essendo dei campioni,
rappresentano comunque un test valido, perché “non si battevano da
soli” e difficilmente perdevano con avversari più deboli. Il
cecoslovacco Smid era probabilmente uno di questi giocatori. Classe
1956, fu molto attivo nel corso degli anni '70 e '80, sino ad
arrivare all'inizio degli anni '90. Apparteneva alla categoria degli
stakanovisti, essendo uno che giocava, fra singolare e doppio, un
elevatissimo numero di match all'anno. Raggiunse l'11° posto
mondiale conquistando 7 titoli ATP su 17 finali (Sarasota 1978,
Stoccarda 1979, Stoccarda indoor e Bologna 1980, Monaco e Hilversum
1983, Ginevra 1985), a cui vanno aggiunti i due titoli WCT, che
offrivano un primo premio di ben centomila dollari, di Città del
Messico e Cap d'Adge nel 1982. Due volte nei quarti di finale di
tornei dello Slam (Australian Open 1983 e Wimbledon 1984), partecipò anche al
Masters dal 1983 al 1985, quando si giocava con la formula ad
eliminazione diretta con un tabellone di 12 giocatori e ad alcune
edizioni delle WCT Finals di Dallas.
Lo ricordiamo protagonista del
successo cecoslovacco in Coppa Davis nel 1980, quando insieme a Lendl
conquistò l'insalatiera d'argento nella contestata finale di Praga
contro l'Italia, macchiata da clamorosi errori arbitrali. Smid batté
Panatta nella prima giornata (rimontando due set di svantaggio) e, in
coppia con Lendl si aggiudicò il doppio, chiudendo il discorso.
Proprio il doppio fu forse la vera specialità di Smid il quale, con
vari compagni, conquistò ben 54 titoli, giungendo sino alla prima
posizione mondiale. Nel suo palmares anche un titolo al agli US Open
1984 ed uno al Roland Garros 1986, entrambi con l'australiano John
Fitzgerald ed il Masters del 1987, insieme a Gattone Mecir. In Italia
è ricordato, oltre che per la menzionata finale di Davis e per
numerosi match (spesso piuttosto polemici) giocati coi nostri
giocatori, anche per aver ricoperto, senza troppo successo, il ruolo
di (non amatissimo) direttore tecnico per la nostra federazione.
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