Confessiamo che, fermo restando il “tifo” e la simpatia per la squadra azzurra,
siamo tra coloro che attendono finalmente la conquista della Coppa da
parte dell'Argentina, troppe volte sfuggita, per un motivo o per
l'altro. Oggi vogliamo rievocare la prima finale, quella giocata e
persa contro gli U.S.A. a Cincinnati nel 1981.
L'anno prima
l'Argentina aveva eliminato in casa propria la fortissima squadra
americana, ma poi aveva “rovinato” tutto facendosi sconfiggere,
sempre in casa, dalla Cecoslovacchia di Lendl, Smid e Slozil, che poi
avrebbe vinto il titolo contro l'Italia nella contestata finale di Praga
(in caso di vittoria sarebbe toccato agli azzurri recarsi a Buenos
Aires per la finale). Vediamo come si arrivò alla finale di
Cincinnati. L'Argentina soffre parecchio nel primo turno a Monaco di
Baviera, contro i non irresistibili tedeschi dell'Ovest: è Guillermo
Vilas il salvatore della Patria, con le sue due vittorie coi tedeschi
Rolf Gehring ed Ulli Pinner e con la conquista del doppio in coppia
con Clerc, contro Gehring e Zipf; il buon “Batata” Clerc è
nell'occasione deludente, perdendo i suoi due singolari con Pinner e
Gehring. Gli U.S.A. invece giocano in casa (come accade in TUTTI gli
incontri di quell'edizione), a Carlsbad, ma soffrono moltissimo
contro il sorprendente Messico: nella prima giornata John McEnroe
supera agevolmente Jorge Lozano, mentre il redivivo Raul Ramirez ha
la meglio su Roscoe Tanner. Nel doppio Ramirez e Lozano sorprendono in
5 combattuti set gli esperti Marty Riessen e Sherwood Stewart, ma
nella terza giornata c'è poco da fare per i simpatici messicani che
si arrendono nettamente, con Ramirez piegato da SuperMac e Lozano
impotente contro Tanner.
Ancora una trasferta, a Timisoara (Romania),
per gli argentini nei quarti di finale: Vilas e Clerc superano Dirzu
e Segarceanu, ma perdono il doppio contro gli stessi. Per Vilas è
però facile chiudere la pratica con il modesto Florin Segarceanu.
Per la sfida di Flushing Meadows contro i campioni in carica della
Cecoslovacchia, il capitano Arthur Ashe riesce a convincere Jimmy
Connors: si apre con la vittoria di Lendl su McEnroe, prontamente
riscattata da quella di Jimbo su Smid. In doppio non deludono i
veterani Stan Smith e Bob Lutz, facili vincitori su Lendl e Smid e,
nella terza giornata, Mac chiude i giochi superando facilmente Tomas
Smid, prima dell'inutile vittoria di Connors su Lendl.
Unico match in
casa per gli argentini è la semifinale con la Gran Bretagna, che
aveva inopinatamente estromesso l'Italia nel primo turno di Brighton:
nessuna chance per i britannici, travolti a Buenos Aires senza
neppure riuscire a conquistare un set. Clerc e Vilas superano in
scioltezza il mancino Richard Lewis e Buster Mottram, quindi vincono
facilmente il doppio con Jarrett e Smith (che a Brighton sconfissero
Panatta e Bertolucci) e infine portano a casa pure gli ultimi due
match a punteggio acquisito. Stesso destino, o quasi, per gli
australiani, surclassati a Portland dagli U.S.A. : Mac e Tanner
battono Edmondson e McNamara (che però lotta e cede solo al quinto
set), quindi Mac e Fleming conquistano il doppio con Dent e McNamara
ed infine si chiude sul 5-0 con gli ultimi due singolari vinti a
punteggio acquisito.
Si arriva quindi alla finale che, in virtù
dell'ultimo scontro diretto giocato l'anno prima a Buenos Aires, si
gioca in territorio statunitense, su un veloce campo indoor, al
Riverfront Coliseum di Cincinnati. L'assenza di Connors e la grande
condizione di Josè Luis Clerc, protagonista della miglior stagione
della sua carriera e autore dello storico sorpasso nel ranking ATP ai
danni del compagno-rivale Vilas, sembrano dar vigore alle speranze
argentine, nonostante la superficie rapida e la presenza del neo n°1
del mondo John McEnroe. Ricordiamo il match trasmesso in Italia da
Canale 5, con uno dei primi commenti di Rino Tommasi e Gianni
Clerici. Nel primo match non c'è storia: Vilas oppone ben poca
resistenza ad un McEnroe intrattabile (6/3 6/2 6/2), ma allo stesso
modo Clerc gioca un match impeccabile e rifila un secco 3-0 al
“bombardiere” Roscoe Tanner, ritornato quell'anno fra i primi 10
giocatori del mondo (7/5 6/3 8/6). Il doppio è uno dei due match più
emozionanti della sfida: contro i fortissimi McEnroe-Fleming, Vilas e
Clerc (coppia atipica per eccellenza) giocano una partita grandiosa,
di una generosità commovente, impegnando i rivali sino al limite. Il
match, intensissimo, vede la vittoria degli americani, col punteggio
di 6/3 4/6 6/4 4/6 11/9. Ma non finisce qua, perché quello che per
SuperMac sarebbe dovuto essere un match di ordinaria amministrazione,
si rivela invece un impegno durissimo, al cospetto di un Clerc capace
di superare sé stesso ed offrire una prestazione sopraffina, forse
una delle migliori della sua carriera: la spunta McEnroe, per 7/5 5/7
6/3 3/6 6/3. Il match fra Vilas e Tanner non si disputa. L'Argentina
esce sconfitta, ma con tutti gli onori, dopo aver lottato anche oltre
i propri limiti. Si prenderà la rivincita due anni dopo a Buenos
Aires, spazzando gli U.S.A, ma quella volta fu la Svezia di Wilander
e Jarryd a spegnere i sogni argentini.
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