Questa
giocatrice americana classe 1965 ebbe, come altre sue colleghe
dell'epoca, una carriera breve e tutto sommato effimera, iniziata e
terminata precocemente. Dopo una buona attività a livello giovanile,
la Horvath, che per un certo periodo fu seguita dal grande coach
australiano Harry Hopman, divenne professionista nel 1981, anno nel
quale conquistò il suo primo titolo, a Montreal (sulla Reynolds). La
sua annata cruciale fu però quella del 1983, nella quale vinse due
tornei, a Nashville (sulla Skuherska )
e Honololu (sulla Bassett), perdendo dalla Evert la finale del
prestigioso German Open di Berlino. Ma il torneo che segnò la
carriera fu certamente il Roland Garros: si presentò al 4° turno
contro la n°1 Martina Navratilova la quale era ancora imbattuta nel
corso dell'anno (36 match consecutivi) e aveva vinto 126 degli ultimi
129 match giocati. Contro ogni pronostico, Kathy, in quel momento
n°45 del mondo, con un match strepitoso inflisse una clamorosa
sconfitta a Martina (6-4 0-6 6-3): la cosa incredibile è che quella
fu l'unica sconfitta della Navratilova nel corso di quell'annata,
nella quale mancò la possibilità di centrare il Grande Slam ed una
pazzesca “stagione perfetta”, immacolata! La Horvath poi fu
travolta (6-1 6-1) nei quarti dalla slava Mima Jausovec, futura
finalista contro Chris Evert. Nell'anno seguente ottenne il suo best
ranking (n°10 WTA), nonostante l'assenza di successi (perse però le
finali di Berlino e Marco Island e tornò nei quarti a Parigi,
giocando anche in Fed Cup per il team americano). Vinse ancora a
Indianapolis (sulla Burgin) e Palm Beach (sulla Delhess-Jauch) nel
1985 ed a Knokke-Le-Zoute nel 1987 (sulla Bunge), prima del ritiro
avvenuto nel 1989, in seguito a seri problemi fisici, prevalentemente
al ginocchio. Attualmente lavora per la USTA e segue dei giovani
juniores americani.
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