lunedì 25 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : RICHARD FROMBERG




Classe 1970, alto 1,96, Richard Fromberg era un australiano atipico, almeno nell'era pre-Hewitt. I giocatori di quel Paese ci avevano storicamente abituato ad un tennis d'attacco, ad un sistematico serve & volley. Fromberg era invece diverso: benché si trovasse a suo agio anche sulle superfici veloci e sull'erba, prediligeva la terra rossa, più consona al suo tennis di regolarità, basato su un buon servizio e due solidi fondamentali da fondo campo (specialmente il diritto). Viene ricordato inoltre per essere stato una sorta di “incubo” per i giocatori italiani, tutti (a parte Camporese) caduti almeno una volta sotto i colpi del gigante australiano. Anche in Coppa Davis, a Firenze nel 1993, non smentì la sua fama e superò Furlan e Pescosolido, contribuendo in modo decisivo al 3-2 finale per gli “Aussies”. 
Diventato professionista nel 1988, dopo una buona stagione d'esordio sopratutto a livello di tornei challenger, Fromberg da avvio ad un periodo di 11 anni consecutivi nei quali, fra alti e bassi, riesce a mantenersi fra i primi 100 giocatori del mondo. Dopo una buona stagione 1989, con discreti piazzamenti ed il successo nel challenger di Bahia, ha nel 1990 la stagione migliore, culminata nel best ranking di n°24: ricordiamo all'avvio dei buoni risultati in tornei challenger e poi i due titoli ATP conquistati a Bologna (su Rosset) e Bastad (su Larsson), la finale a Singapore (persa con Kelly Jones) ed i quarti al Queen's (dove batte Sampras e perde da McEnroe) ed a Cincinnati (dove sconfigge anche Agassi), prima di una flessione a fine anno. La flessione prosegue anche nel 1991 dove, parte il titolo ATP di Wellington (su Lars Jonsson) ed i quarti a Roma e Indianapolis raccoglie poco, mantenendosi a stento fra i Top 100. Molte sconfitte anche nel 1992, dove rimane a galla grazie soprattutto ai titoli challenger di Indian Wells, Manila e Launcester. Torna fra i Top 50 nel 1993 con il successo nel challenger di Torino, la finale ATP di Tampa (persa con Yzaga), le semifinali di Adelaide, Hilversum e Lione, il 4° turno agli Australian Open ed altri discreti piazzamenti. E prosegue il trend anche nel 1994: due finali ATP perse a Firenze e Hilversum (con Filippini e Novacek), le semifinali a Bastd, alcuni quarti, il 3° turno a Wimbledon bilanciano un buon numero di sconfitte. Buon inizio nel 1995, con la finale persa a Sydney con Patrick McEnroe ed altri buoni piazzamenti, ma un cattivo finale d'anno lo porta quasi fuori dai 100; così come nel 1996, dove salva il suo ranking in special modo grazie alle vittorie nei challenger di Oporto e Perth. Discontinuo nel 1997, dove si ritrova ancora alla fine, rientrando fra i primi 100 con risultati di buon livello, quali il successo nel challenger di Stettino e soprattutto quello nell'ATP di Bucarest, in finale sul nostro Andrea Gaudenzi. Ritrova un posto fra i Top 50 nel 1998, quando vince il challenger di Prostejov, perde due finali ATP ad Auckland ed Amsterdam (con Rios e Norman), va in semifinale a San Marino e negli ottavi agli Open d'Australia, oltre ad alcuni altri buoni piazzamenti. Nel 1999 e 2000 rimane sempre fra i primi 100, grazie a quello sporadico buon risultato (bis a Prostejov nel '99,semifinale a Delray Beach nel 2000). 
Da ricordare anche la sua attività di Coppa Davis (10 vittorie e 4 sconfitte in singolare, 1 vittoria in doppio): ha partecipato anche a due sfortunate finali per la sua nazione, quelle perse nel 1991 a St.Petersburg contro gli USA(fu sconfitto da Agassi e batté Chang, a punteggio acquisito) e nel 1993 a Dusseldorf con la Germania (sconfisse Goellner, ma perse da Stich). Conta inoltre vittorie su tanti big: citiamo, fra gli altri, Sampras, Agassi, Federer, Safin, Wilander, Moya, Ferrero, Norman, Martin, Forget e Corretja. Il rendimento cala e nel 2002 appende la racchetta al chiodo. Attualmente gestisce una rinomata Academy in Australia, insieme all'ex-pro John McCurdy.



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