Classe
1970, alto 1,96, Richard Fromberg era un australiano atipico, almeno
nell'era pre-Hewitt. I giocatori di quel Paese ci avevano
storicamente abituato ad un tennis d'attacco, ad un sistematico serve
& volley. Fromberg era invece diverso: benché si trovasse a suo
agio anche sulle superfici veloci e sull'erba, prediligeva la terra
rossa, più consona al suo tennis di regolarità, basato su un buon
servizio e due solidi fondamentali da fondo campo (specialmente il
diritto). Viene ricordato inoltre per essere stato una sorta di
“incubo” per i giocatori italiani, tutti (a parte Camporese)
caduti almeno una volta sotto i colpi del gigante australiano. Anche
in Coppa Davis, a Firenze nel 1993, non smentì la sua fama e superò
Furlan e Pescosolido, contribuendo in modo decisivo al 3-2 finale per
gli “Aussies”.
Diventato professionista nel 1988, dopo una buona
stagione d'esordio sopratutto a livello di tornei challenger,
Fromberg da avvio ad un periodo di 11 anni consecutivi nei quali, fra
alti e bassi, riesce a mantenersi fra i primi 100 giocatori del
mondo. Dopo una buona stagione 1989, con discreti piazzamenti ed il
successo nel challenger di Bahia, ha nel 1990 la stagione migliore,
culminata nel best ranking di n°24: ricordiamo all'avvio dei buoni
risultati in tornei challenger e poi i due titoli ATP conquistati a
Bologna (su Rosset) e Bastad (su Larsson), la finale a Singapore
(persa con Kelly Jones) ed i quarti al Queen's (dove batte Sampras e
perde da McEnroe) ed a Cincinnati (dove sconfigge anche Agassi),
prima di una flessione a fine anno. La flessione prosegue anche nel
1991 dove, parte il titolo ATP di Wellington (su Lars Jonsson) ed i
quarti a Roma e Indianapolis raccoglie poco, mantenendosi a stento
fra i Top 100. Molte sconfitte anche nel 1992, dove rimane a galla
grazie soprattutto ai titoli challenger di Indian Wells, Manila e
Launcester. Torna fra i Top 50 nel 1993 con il successo nel
challenger di Torino, la finale ATP di Tampa (persa con Yzaga), le
semifinali di Adelaide, Hilversum e Lione, il 4° turno agli
Australian Open ed altri discreti piazzamenti. E prosegue il trend
anche nel 1994: due finali ATP perse a Firenze e Hilversum (con
Filippini e Novacek), le semifinali a Bastd, alcuni quarti, il 3°
turno a Wimbledon bilanciano un buon numero di sconfitte. Buon inizio
nel 1995, con la finale persa a Sydney con Patrick McEnroe ed altri
buoni piazzamenti, ma un cattivo finale d'anno lo porta quasi fuori
dai 100; così come nel 1996, dove salva il suo ranking in special
modo grazie alle vittorie nei challenger di Oporto e Perth.
Discontinuo nel 1997, dove si ritrova ancora alla fine, rientrando
fra i primi 100 con risultati di buon livello, quali il successo nel
challenger di Stettino e soprattutto quello nell'ATP di Bucarest, in
finale sul nostro Andrea Gaudenzi. Ritrova un posto fra i Top 50 nel
1998, quando vince il challenger di Prostejov, perde due finali ATP
ad Auckland ed Amsterdam (con Rios e Norman), va in semifinale a San
Marino e negli ottavi agli Open d'Australia, oltre ad alcuni altri
buoni piazzamenti. Nel 1999 e 2000 rimane sempre fra i primi 100,
grazie a quello sporadico buon risultato (bis a Prostejov nel
'99,semifinale a Delray Beach nel 2000).
Da ricordare anche la sua
attività di Coppa Davis (10 vittorie e 4 sconfitte in singolare, 1
vittoria in doppio): ha partecipato anche a due sfortunate finali per
la sua nazione, quelle perse nel 1991 a St.Petersburg contro gli
USA(fu sconfitto da Agassi e batté Chang, a punteggio acquisito) e
nel 1993 a Dusseldorf con la Germania (sconfisse Goellner, ma perse
da Stich). Conta inoltre vittorie su tanti big: citiamo, fra gli
altri, Sampras, Agassi, Federer, Safin, Wilander, Moya, Ferrero,
Norman, Martin, Forget e Corretja. Il rendimento cala e nel 2002
appende la racchetta al chiodo. Attualmente gestisce una rinomata
Academy in Australia, insieme all'ex-pro John McCurdy.
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