Classe
1962, l'americano Scott Davis ebbe una buona carriera a livello
giovanile (vinse, fra l'altro, l'Orange Bowl under 16 nel 1977 e gli
US Open juniores nel 1979) e, come molti connazionali, fu
protagonista anche a livello universitario. Lo ricordiamo come un
giocatore forse un po' leggero fisicamente, ma dotato di un
eccellente gioco serve & volley, che lo rendeva insidiosissimo
sulle superfici rapide e sull'erba. Riuscì ad arrampicarsi sino
all'undicesimo posto del ranking ATP, conquistando tre titoli (su un
totale di 10 finali disputate): vinse nel 1983 a Maui sul
tennista-attore Vince Van Patten, quindi a Tokyo outdoor nel 1985 (su
Jimmy Arias) ed infine ad Auckland nel 1990 (sul russo Andrei Chesnokov). Lo
ricordiamo anche, tra l'altro, nei quarti di finale agli Australian
Open del 1984 e finalista a prestigioso Tokyo indoor del 1983,
sconfitto da Lendl. Il risultato più importante della sua carriera
fu però la finale conquistata nel 1985 al torneo di Delray Beach,
“antenato” di quello che oggi si disputa a Miami, un tempo
chiamato Lipton (dal nome del suo main sponsor): proprio in quell'anno l'ex tennista Butch Buchholz
lanciò quello che nelle intenzioni doveva essere il quinto Slam,
giocato con un tabellone di 128 giocatori e con match al meglio dei
cinque set. I big fallirono l'appuntamento ed in finale giunsero Tim
Mayotte ed appunto Scott Davis, con la vittoria del primo in 5 set, dopo che Davis si era aggiudicato i primi due.
Ottimo doppista, specie in coppia con connazionale David Pate, vinse
un ventina di titoli, arrivando sino al 2° posto mondiale: nel suo
palmares anche un successo agli Australian Open (1991) ed una finale agli
US Open, nel 1991, sempre con Pate.
Fra
le sue “vittime” illustri ricordiamo alcune volte Connors,
Edberg, Leconte, Gomez, Jarryd, Curren, Mecir, Nystrom e Clerc.
Sposato
con la sorella dell'ex-n°2 del mondo Andrea Jaeger, ttualmente
svolge la professione di coach privato e lo si è visto in alcuni
tornei per “veterani”.
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