Tanti
i ricordi di Andrea Gaudenzi, numerosissimi i match visti in
televisione, qualche volta dal vivo. Tornei, Coppa Davis...due su
tutti riaffiorano nella nostra memoria: quello perso 6-3 7-6 con un
Thomas Muster quasi morto in semifinale a Montecarlo nel 1995 (Muster
poi, il giorno dopo, sconfisse in finale Becker, rimontando due set
di svantaggio e alimentando molti sospetti da parte del tedesco). Ma
soprattutto quando, a Milano nel 1998, fu costretto a gettare la
spugna nell'incontro di apertura della finale di Coppa Davis che
l'Italia aveva riconquistato a 18 anni di distanza dall'ultima. La
spalla fece crac, proprio nella fase decisiva del quinto set contro
lo svedese Magnus Norman, sul punteggio di 6 pari, segnando
irrimediabilmente il destino di quella finale.
Classe
1973, Gaudenzi fu proclamato campione mondiale juniores nel 1990
(vinse Roland Garros e US Open) e, dopo qualche difficoltà iniziale
legata anche al rapporto con un coach difficile come Bob Hewitt, la
sua carriera professionistica decollò. Iniziò a lavorare col gruppo
di Ronnie Leitgeb e Thomas Muster, costruendosi una carriera di tutto
rispetto e riuscendo, nonostante i terribili guai fisici patiti, di
arrivare fra i primi 20 giocatori del mondo (best ranking n.18) e di
essere un ottimo e affidabile giocatore in Coppa Davis, sia in
singolare che in doppio (in coppia con Diego Nargiso). Nove le finali
ATP disputate, tutte sulla terra, ad eccezione di quella persa sul
cemento di Dubai con Wayne Ferreira ne 1995, con 3 vittorie:
Casablanca 1998 (con Calatrava), St. Poelten e Bastad nel 2001
(rispettivamente con Hipfl e Ulihrach). Nel suo palmares anche
numerosi challenger: citiamo, fra gli altri, Bangalore, Prostejov,
Ginevra, Zagabria, Maia, Cagliari e Braunschweig. Solido giocatore da
terra rossa, dotato di grande forza fisica e resistenza, lo
ricordiamo spesso a suo agio anche sul veloce: ci piace menzionare un
suo bel match visto in diretta tv, vinto agli US Open del 1994 contro
Jim Courier.
Vanta in carriera una lista impressionante di vittorie
su grandissimi campioni, a partire da due fenomeni come Pete Sampras
(al Roland Garros) e Roger Federer (a Roma), per arrivare ad
avversari del calibro di Bruguera, Muster, Stich, Krajicek,
Krickstein, Ivanisevic, Rafter, Rios, Korda, Kafelnikov, Gilbert,
Corretja, Enqvist e Haas. Vessato da ulteriori problemi fisici,
lasciò l'attività agonistica nel 2003, a soli 30 anni.
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