Un
grande esponente della prolifica scuola cecoslovacca è stato certamente
Jan Kodes, combattivo e grintoso giocatore attivo fra la fine degli
anni '60 e i '70. Classe 1946, iniziò l'attività come amateur a 20
anni, ottenendo nel 1967 i primi risultati di rilevo con i successi
di Lione (su Kukal), Bratislava (su Tiriac) e Cannes (su Nastase), e
perdendo le finali di Aix-en-Provence e Parigi indoor. In Francia
Kodes trovava evidentemente stimoli particolari, visto che il suo
principale risultato nel 1968 fu la Coppa Poirèe di Parigi, vinta sul
connazionale Holecek. Il 1969 fu un anno di preparazione
all'esplosione successiva: il successo a Pittsburgh, le finali a
Barranquilla e Charlotte e le semifinali al Foro Italico aprirono la
strada per il primo grande trionfo, quello del Roland Garros nel
1970, in finale sullo jugoslavo Franulovic; sempre nel 1970 iniziò
la sua sfortunata serie di tre finali consecutive agli Internazionali
d'Italia, cedendo a Ilie Nastase. Il 1971 fu un'altra annata di
grande spessore, illuminata dal bis al Roland Garros (su Nastase) e
dalla finale persa agli US Open contro Stan Smith; nel carniere anche
la vittoria a Catania (su Goven), le finali di Stoccolma e Nizza e la
seconda delusione al Foro Italico, stavolta con il grande Rod Laver.
Il 1972 fu deludente a causa della inattesa e prematura sconfitta a
Parigi contro il futuro finalista Patrick Proisy, sebbene il successo
di Barcellona (su Orantes), le finali di Nizza e Roma (persa stavolta
con Orantes) e la semifinale a Wimbledon lo consolarono parzialmente.
Indimenticabile fu ovviamente il 1973, che lo vide al quinto posto
del neonato ranking ATP grazie al successo di Wimbledon in finale su
Metreveli: di questo torneo abbiamo parlato in un altro post,
per ricordare il famoso “boicottaggio”, che purtroppo ha
certamente offuscato un successo tanto prestigioso. In quell'anno per
Kodes anche l'ultima finale Slam, quella persa sull'erba di Forest Hills con
John Newcombe, il successo nel WCT di Colonia (su Fairlie) e le finali di
Praga e Vancouver. Meno brillante il 1974: cedette nei quarti a
Wimbledon in 5 set dal futuro campione Connors e non riuscì a
giocare una sola finale (pur centrando le semifinali a Philadelphia,
Denver, Londra, Dallas WCT, Boston e Dusseldorf), uscendo
definitivamente dai primi dieci del mondo. Buona la ripresa nel 1975,
che lo vide saldamente tra i primi 20, grazie al successo di Madrid
(su Adriano Panatta) ed alle 4 finali perse a Kitzbuhel, Dusseldorf,
Amburgo ed Hampton. In questa stagione fu anche protagonista della
prima finale di Coppa Davis della storia della Cecoslovacchia, anche
se nella finale di Stoccolma contro la Svezia Kodes fu nettamente
sconfitto nel match decisivo dal 19enne Bjorn Borg. Ultimo successo
in carriera fu quello di Basilea nel 1976 (con Hrebec), mentre
cedette nelle finali di Kitzbuhel e Nizza (durissima battaglia persa
con Barazzutti, al suo primo titolo ATP). Proprio a Kitzbuhel giocò
nel 1977 la sua ultima finale ATP, persa in 5 set con Vilas, prima di
iniziare un evidente declino che, negli anni seguenti, lo portò a
perdere terreno e ad uscire dai primi 100 giocatori del mondo, prima
del ritiro avvenuto all'inizio degli anni '80. Lo ricordiamo ancora
far parte del team cecoslovacco che sconfisse l'Italia nella
contestata finale di Praga del 1980, anche se in quell'edizione si
limitò a giocare (e vincere) un doppio contro i modesti rumeni, in
coppia con Ivan Lendl.
Di lui ricordiamo anche una clamorosa denuncia
di doping, poi caduta del dimenticatoio, rivolta al francese Francois
Jauffret (all'epoca n°113 del mondo) che lo sconfisse
sorprendentemente al Roland Garros del 1974, giocando un match
strabiliante: è uno dei rari casi di denuncia diretta ed esplicita,
senza giri di parole, fatta da un tennista ad un proprio collega. In
seguito ha continuato ad occuparsi di tennis nel proprio Paese,
dirigendo tra l'altro per diversi anni il Czech Open, oltre a
sfruttare la sua laurea in Economia creando un gruppo imprenditoriale
(KP Fashion Group) legato al mondo della moda.
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