Ricordiamo
oggi lo sfortunato ma straordinario match giocato da Adriano Panatta
nell'estate del 1978 agli US Open, contro Jimmy Connors, in quel
momento provvisoriamente n°2 del mondo alle spalle di Borg
(riprenderà il primato proprio dopo questo torneo). Era la prima
edizione disputatasi sui campi in cemento del nuovo enorme impianto
di Flushing Meadows: Adriano non aveva sino ad allora portato avanti
una stagione indimenticabile. Aveva raggiunto la finale a Roma,
sconfitto in 5 set da Borg, la semifinale a Bruxelles ed i quarti a
Milano e Montecarlo, ma aveva messo insieme una serie di sconfitte
con avversari più che abbordabili come Fagel, Saviano, Hardie,
Fassbender, Borowiak (al Roland Garros), Zirngibl, Krulevitz e
soprattutto l'ungherese Peter Szoke in Coppa Davis, una delle
sconfitte più brutte ed inattese delle sua carriera. A New York
superò Manolo Orantes (che si ritirò nel primo set), il carneade
Nichols e soprattutto l’ostico Marty Riessen (risalendo da 2-5 al
terzo set: allora i primi tre turni degli US Open si giocavano al
meglio dei tre set). Dopo il match in questione, Jimmy Connors
rifilerà tre zet a zero a Brian Gottfried e John McEnroe, prima di
rifilare un secco 6-4 6-2 6-2 a Bjorn Borg, conquistando il titolo e,
come già detto, ridiventando n°1 del mondo. Panatta chiuse invece
l’anno tornando al successo a Tokyo outdoor (sul “famigerato”
Pat Dupre), andando in finale a Bologna (perse con Fleming) e nei
quarti a San Francisco, Wembley e Madrid.
Ecco
il resoconto di quell'incredibile match dalle parole del Maestro Rino
Tommasi:
“A
raccontare il match mi viene ancora rabbia. Ha servito Connors ed è
stato subito break. Non uno, ma due consecutivi, con Panatta in
vantaggio per 3-0. Connors recuperava un break, mentre sul 3-2
Panatta era bravo a salvarsi dal 15-40, con un ace pulito e due
sporchi. Panatta teneva il vantaggio e vinceva il primo set per 6-4,
concludendo con un punto capolavoro.
Sull’uno
pari del secondo, Connors si salvava da 0-30, sul 3-2 per l’americano
Adriano recuperava da 15-40. Era gran tennis, con Connors che dava
profondità ai suoi colpi e Panatta che azzardava discese
impossibili, tenendo la rete da campione. Sul 5 a 4 per Connors,
Adriano cedeva il servizio ed il set. Il match girava, anche perché
Connors era divenuto intrattabile, nel senso che le sue risposte,
specie di rovescio, pulivano le righe. A Panatta toglievano un punto
importante nel primo game del terzo ed un altro nel quarto, nel quale
cedeva il servizio. Un altro break dava il terzo set a Connors per
6-1.
Un
altro Panatta si sarebbe arreso. Invece dall’uno pari, 0-30 al
quarto, Panatta è letteralmente esploso, giocando ancora meglio che
all’inizio, lasciando stupefatti il pubblico e l’avversario. 24
dei successivi 29 punti erano suoi ed erano tutti punti conquistati
alla grande, servizio e rete, risposta e rete.
Connors
non riusciva a contenerlo ed Adriano arrivava 2-0 al quinto.
All'inizio dell'ultimo set ho contato 20 punti vincenti su 22, una
percentuale che garantisce della straordinaria qualità del gioco.
Nel sesto game Panatta ha purtroppo restituito il break, superato da
un gran lob, però lo ha recuperato subito tornando in testa per 4 a
3 e, subito dopo, per 5 a 3. Connors vinceva a zero il suo servizio
con l'unico ace del suo match, quindi Panatta andava alla battuta sul
5 a 4, palle nuove. Connors ha preso due righe sulle prime due
risposte, Panatta è tornato 30 pari, poi ha dovuto subire altre due
risposte omicide. 5 pari, poi 6 a 5 Connors e Panatta che si trova
0-40 sulla sua battuta.
Non
è finita. Connors deve fuori due passanti ed in rete una risposta,
ma si procura un quarto match-point. Adriano lo fulmina con il
quindicesimo ace. Vantaggio pari, quindi vantaggio Panatta, palla per
andare al tie-break. Adriano segue bene una gran prima e finisce la
volée di rovescio. Il giudice dice, a colpo finito, che il servizio
era fuori! Adriano non protesta nemmeno, avrebbe potuto ottenere
almeno due palle, serve invece la seconda e perde il punto. Connors
gli gioca poi il più difficile passante che io abbia mai visto (un
rovescio da fuori del campo) e sul quinto match-point Adriano rischia
troppo e commette doppio fallo. C'era da piangere.
Probabilmente
chi ha visto Panatta a Budapest non crederà a ciò che ho
raccontato, ma io non ho mai visto giocare bene a tennis come Adriano
in questa occasione. Ora bisognerebbe spiegare questa resurrezione.
Panatta era scappato da Boston per andare Chicago, dove un certo Jim
Fannin ha una scuola di tennis per bambini. Più che insegnare,
Fannin seleziona, giudica l'attitudine dei ragazzi, li incoraggia o
il respinge. A lui si sono rivolti alcuni giocatori: Chris Lewis,
Dent, Pecci, Warwick. Pare che Panatta, dopo i primi colloqui, abbia
firmato un assegno in bianco e che lo voglia con lui sempre. E' certo
che a Flushing Meadows, Adriano era un altro, sempre con una vogli
addosso di allenarsi (due sedute al giorno) e di giocare. Se non si
abbatte per la sconfitta e per la grandissima, irripetibile occasione
perduta, forse mantiene la promessa ed a Natale è davvero fra i
primi dieci”.
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