Qualcuno
ricorderà l'americano di colore Chip Hooper, giocatore enorme (alto
circa 1,98m) e dal fisico spaventoso. Sino al 1981 si dedicò al
tennis prevalentemente a livello universitario ed a qualche torneo
americano, ma nel 1982 si presentò di prepotenza nel circuito ATP
all'allora importantissimo torneo di Philadelphia, dove si espresse
ad alti livelli, sfruttando la sua grande forza fisica ed il suo
potente servizio: in quel torneo arrivò sino alla semifinale,
battendo fra gli altri Fleming e Tanner ed uscendo sconfitto solo con
Jimmy Connors. Da quel momento iniziò una importante ascesa nel
ranking ATP raggiungendo, con una buona continuità di rendimento, un
best ranking di n°17; non riuscì a conquistare nessun titolo in
singolare, ma solo due finali a Nancy 1983 sconfitto da Nick Saviano)
e ad Auckland 1984 (superato dal carneade connazionale Danny Saltz),
ottenendo solo cinque successi in doppio. “Ballò” però per
breve tempo, poiché altrettanto rapidamente iniziò il suo declino,
che lo portò a lasciare l'attività poco meno che trentenne dopo una
lunga serie di risultati negativi e qualche problema fisico. Qualche
appassionato italiano lo ricorderà in semifinale all'indimenticato
torneo indoor di Milano del 1983, sconfitto, non senza problemi, dal
futuro campione Ivan Lendl. Concludiamo citando alcune sue vittorie
su giocatori alto livello, quali Edberg, Kriek, Tanner, Taroczy,
Smid, Solomon ed anche il nostro Adriano Panatta; nel 1982 vinse
infine il premio dell'ATP come Newcomer of the year, cioè come
miglior “rookie” (esordiente) della stagione.
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