Tennista
rumena di origini gitane, classe 1955, attiva a cavallo fra gli anni
’70 e ’80, era un’atleta molto elegante, dotata di un stile che
potremmo definire “classico, ma non troppo”: buona prima di
servizio, ottimo diritto ed anche qualche variazione di ritmo e
qualche colpo estemporaneo. Dal rendimento continuo e regolare,
arrivò e rimase abbastanza a lungo fra le prime 15/20 del mondo
(best ranking n°8), conquistando 14 titoli WTA in singolare e 15 in
doppio. La perla della sua carriera è rappresentata certamente dal
successo al Roland Garros del 1978, in finale contro la jugoslava
Jausovec, in un’edizione per la verità un po’ “rimaneggiata”
(mancavano, tra le altre, Evert, Navratilova, King e Goolagong e la
Ruzici vinse anche il titolo di doppio in coppia con la stessa
Jausovec); tornò in finale a Parigi due anni dopo, sconfitta
nettamente proprio dalla Evert. Raggiunse inoltre, a più riprese, i
quarti di finale in tutti gli altri tornei dello Slam. Di lei si
ricorda un bell’episodio: nel 1978 giocava un match a Wimbledon
contro la Goolagong e ad un certo punto del match, l’australiana
cade a terra colpita da un infortunio alla caviglia; il marito (Roger
Cawley) entrò prontamente in campo per soccorrere Evonne, cosa che
avrebbe comportato l’immediata squalifica dell’australiana. La
Ruzici però preferì continuare ugualmente il match, dopo che la
Goolagong si riprese: l’australiana vinse il match, ma Virginia fu
pubblicamente elogiata per la sua meravigliosa sportività.
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