Rapidissima
ma molto intensa fu la carriera di questo fortissimo ma sfortunato
giocatore svedese, facente parte a pieno titolo dell'ondata
scandinava che invase il tennis negli anni '80/'90.Dotato di un
solidissimo tennis da fondo campo, con dei colpi arrotatissimi ed
un'impugnatura di diritto ai limiti dell'impossibile, Carlsson era un
talento precoce.
Classe 1968, vinse (anzi stravinse) i vari
campionati europei di categoria, aggiudicandosi a 15 anni l'Orange
Bowl under 18 (in finale su Emilio Sanchez) e l'anno dopo il Roland
Garros juniores. Già nel 1984 fece il suo esordio nel circuito,
avvicinandosi ai top 100, vincendo il challenger tedesco di Neu Ulm e
superando due turni al Roland Garros, sconfiggendo anche giocatori
del calibro di Mecir, Hlasek e Chesnokov. Il 1985 lo vide finire fra
i primi 50 del mondo, grazie alla prima finale ATP (ad Hilversum,
persa col tedesco Osterthun), alla vittoria nel challenger di Messina
(ed una nuova finale a Neu Ulm), alla semifinale a Bastad ed ai
quarti a Kitzbuhel e Barcellona. L'anno del boom fu il 1986: ormai
18enne Carlsson si poneva come uno dei principali specialisti della
terra rossa. Vinse il suo primo titolo ATP a Bari (su De La Pena) e
poi il prestigioso torneo di Barcellona (sul sorprendente tedesco
Maurer), perse le finali di Madrid e Bordeaux (contro Paolo Canè) e
andò in semifinale a Bologna, Boston e Amburgo, avvicinandosi ai
primi dieci del mondo. Quell'anno tra l'altro mostrò che avrebbe
potuto essere competitivo anche sul veloce, giungendo nei quarti sul
cemento di Cincinnati e sui campi indoor di Stoccolma. E tra i primi
dieci entrò alla grande nel 1987, quando esordì con successo anche
in Coppa Davis: le vittorie di Nizza (su E.Sanchez) e Bologna (ancora
su E.Sanchez, in un torneo nel quale perse in totale appena 10
games), le finali perse con Wilander a Boston e Indianapolis, la
semifinale di Amburgo, i quarti a Montecarlo e Roma...era un top ten
ma il suo fragile ginocchio sinistro fece crac: al torneo di
St.Vincent diede forfait contro Cancellotti e si sottopose poco dopo
ad un delicato intervento chirurgico.
Rientrò ad aprile del 1988,
con un preciso divieto: non poteva giocare sulle superfici rapide.
Ritornò quindi in campo sulla terra rossa di Madrid e vinse
addirittura il titolo (su Luna), avviando la sua migliore stagione,
che lo vide arrivare sino al sesto posto mondiale: vittorie ad
Amburgo (su Leconte), Kitzbuhel (su E.Sanchez), St.Vincent (Su
Champion) e Barcellona (su Muster), finali a Ginevra e Palermo e
semifinali a Roma e Bologna (dove si ritirò dal torneo). Erano
purtroppo gli ultimi fuochi: l'anno dopo mise insieme pochissime
apparizioni, giocò l'ultima finale, ad Atene (persa con Agenor) e
tentò un nuovo intervento, stavolta senza fortuna. Fu costretto al
ritiro, a soli 22 anni. Attualmente vive in Svezia e si occupa in
maniera attiva della sua più grande passione: i cavalli.
Con quel top spin esasperato, ai limiti dell'impossibile, non poteva durare a lungo.
RispondiEliminaScarpe diadora kent carlsson.stupende.comprate 1989.
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