L'americano
di origine ebraica Vic Seixas, classe 1923, è una leggenda del
nostro sport e detiene allo stato attuale l'invidiabile record di
uomo (vivente) più anziano ad aver vinto un torneo del Grande Slam. Seixas,
che rimase sempre amateur, vinse il torneo di Wimbledon nel 1953, in
finale sul danese Kurt Nielsen (poi diventato un importante
giudice-arbitro) e gli US Championships nel 1954, in finale sul
connazionale Rex Hartwig. Per lui anche una finale al Roland Garros
persa nel 1953 con un diciannovenne Ken Rosewall ed altre due agli US
Championships (nel 1951 con Sedgman e nel 1953 con Trabert). In
un'epoca nella quale non esistevano i ranking ufficiali, fu
considerato a lungo fra i primi 10 del mondo dalla stampa
specializzata ed addirittura il n°1 nel 1953.
Ottenne i suoi
migliori risultati in età avanzata, poiché durante la Seconda
Guerra Mondiale prima servì il suo Paese e poi si dedicò, con
grandi risultati, all'attività NCAA a livello universitario; in
quello stesso periodo ricordiamo i due successi nel suo torneo
preferito, il Pennsylvania Lawn Tennis Championships di Merion nel
1946 e 1947. All'inizio degli anni '50 si dedicò attivamente al
tennis conquistando fra l'altro i tornei di Hamilton, Merion, Coral
Beach e Sydney nel 1951 e quelli di Melbourne, Merion e Los Angeles
nel 1952. Nel suo anno migliore, il 1953, si impose anche ad
Indianapolis, Miami, Bristol, Barcellona e naturalmente Merion,
mentre nel 1954 bissò i i titoli di Indianapolis, Merion e Miami,
vincendo pure a Dallas e Birmingham. Sempre nel 1954 fu protagonista,
insieme al grande Tony Trabert, del successo americano in Coppa Davis
contro gli storici rivali australiani. Dopo i successi di Adelaide e
di Montego Bay nel 1955, ritornò al successo a Merion nel 1956,
quando vinse anche a West Palm Beach, Indianapolis, Hollywood e
Jacksonville. Ultima stagione ad altissimo livello fu quella del
1957: ormai 34 enne Vic era ancora un top ten e vinse tra l'altro a
Indianapolis, Rover Forest, Jacksonville, Los Angeles, Montego Bay e
San Juan.
Negli anni a seguire, il suo rendimento calò
progressivamente: ricordiamo altri due successi, a Westchester nel
1959 e Montego Bay nel 1961 (a 38 anni) e la partecipazione a tanti
tornei. Nel 1966, a 43 anni, giocò e vinse il quinto match più
lungo della storia del tennis, quando battè al torneo di
Philadelphia l'australiano Bill Bowrey (di 21 anni più giovane) per
32-34 6-4 10-8. Nel 1969, ad addirittura 46 anni, fece le sue ultime
apparizioni a Wimbledon (sconfitto da Roger Taylor) ed agli US Open
(sconfitto da Keldie).
Fu anche un grande doppista, vincitore di un
Open d'Australia, due Roland Garros ed un US Championships, con Tony
Trabert, e di un altro US Championships con Mervin Rose; per lui
anche due finali a Wimbledon. Inoltre anche sette titoli Slam di
doppio misto, tre con Doris Hart e quattro con Shirley Fry. Dopo la
sua “induction” nella Hall of Fame all'inizio degli anni '70 è
stato per un breve periodo capitano del team americano di Coppa Davis
ed ha continuato a partecipare a tornei per vecchie glorie nel
defunto circuito Grand Masters (gli unici tornei grazie ai quali
quali mise in tasca qualche dollaro...): recentemente ha fatto
parlare di sé anche per le difficoltà finanziarie che lo
costrinsero a lavorare, ultrasettantenne, come barista, e vendere
alcuni dei suoi vecchi trofei. Divertente, anche se “agrodolce”,
una sua considerazione di qualche anno fa “una volta, per puro
gioco, ho provato a calcolare, basandomi sui premi attuali, quanto
denaro avrei incassato nei sette anni in cui sono stato fra i primi
10 del mondo e vincevo fior di tornei: arrivato a 5 milioni di
dollari ho preferito smettere di contare!”.
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