domenica 24 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : CLIFF RICHEY



Giocatore molto interessante e abbastanza dimenticato è l’americano Cliff Richey. Texano, classe 1946, ebbe una buona carriera a livello giovanile, diventando campione juniores statunitense (1963) e conquistando il Roland Garros juniores (1964). Molto attivo come “amateur” nel corso degli anni ’60, prima dell’avvento dell’Era Open, si aggiudicò alcuni importanti tornei (tra gli altri Milwaukee, West England, Houston e Buenos Aires), scegliendo nei primi anni della stessa Era Open di rimanere free-lance, non aderendo a nessuno dei neonati circuiti professionistici. Nel 1968 le sua qualità iniziarono ad emergere in maniera chiara, portandolo a conquistare alcuni titoli di prestigio quali New Orleans, Houston, Salisbury e Midland, ed a sconfiggere molti dei migliori giocatori dell'epoca. Nel 1969 consolidò il suo ruolo tra i big, centrando numerosi successi: Curacao, Cincinnati, Merion, Phoenix, Omaha, Toronto ed ancora New Orleans. Il vero “botto” arrivò però nel 1970, quando Richey riuscì a mettere insieme una stagione di grande livello e continuità, aggiudicandosi la prima classifica di fine anno del neonato “Pepsi Cola Grand Prix”, il circuito professionistico di tornei creato da Jack Kramer e “benedetto” dalla Federazione Internazionale. I successi di Austin (su Froehling), Macon (su Ashe), Charlotte (su Carmichael), Atlanta (su Graebner), Washington (su Ashe) e Indianapolis (su Smith), le finali di Salisbury, Porto Rico, Houston, Cincinnati, Berkeley e Wembley e le semifinali al Roland Garros ed a Forest Hills coronarono la sua migliore annata che, in assenza di ranking ufficiali, lo fece considerare il sesto giocatore del mondo ed il primo degli americani. Al Roland Garros, in particolare, fu ad un passo dalla finale, quando in semifinale fu clamorosamente rimontato da Franlulovic (poi sconfitto da Kodes) dopo che si era trovato avanti per due set ad uno e 5-1 nel quarto (con due match-points a favore).Infine fu protagonista, vincendo i suoi due singolari, della finale di Coppa Davis conquistata dagli U.S.A. contro i tedeschi dell'Ovest. 

Il rendimento calò però nettamente nel 1971, col solo successo di Houston (su Graebner) e le finali di Salsbury e Indianapolis. Nel 1972, oltre a partecipare attivamente alla creazione dell'ATP (di cui è, di fatto, uno dei “padri fondatori”) giunsero i successi di Londra (sul vecchio Lew Hoad), Omaha (su Graebner), Johannesbourg (su Orantes) e Bretton Woods (su Borowiak), a cui vanno aggiunte la finale di Charlotte persa da Rosewall per il circuito WCT, al quale aderì proprio in quella stagione e la semifinale raggiunta agli US Open e persa con Ashe. Col passare degli anni il rendimento calò sensibilmente, portando Richey ad uscire dal lotto dei migliori, per stazionare nel “gruppone” di quelli a ridosso dei grandi. Un sola finale a Monaco, nel 1973, il successo a Lakeway (su Alexander) nel 1974 e gli ultimi due ottenuti al Bermuda Open di Hamilton 1976 (su un giovane Gene Mayer) ed al Peugeot Open di Johannesbourg del 1978 (su Dowdeswell), ne accompagnarono il finale di carriera, fino al ritiro avvenuto nel 1979. 

Nel dopo tennis, oltre a continuare a giocare (vinse anche il Legends Senior Tour Championship nel 1983), si è dedicato al golf, con ottimi risultati, oltre che a numerosissime altre attività, spesso a carattere benefico ed umanitario. E' diventato uno dei punti di riferimento a livello nazionale della cosiddetta “mental health awareness”, intesa come studio e cura della depressione e dei disagi mentali, scrivendo un libro, non tradotto in Italia e giudicato splendido, nel quale racconta la sua vita di tennista professionista, le sue frustrazioni e le problematiche psicologiche in maniera lucida e brillantissima. Il titolo del libro, che speriamo di vedere in Italia, è “Acing Depression: A Tennis Champion's Toughest Match”. Da ricordare infine che sua sorella Nancy fu un'eccellente tennista professionista, capace di conquistare, fra l'altro, sei finali in tornei del Grande Slam (oltre a 4 successi in doppio): vinse gli Australian Open 1967 e il Roland Garros 1968, perdendo le finali di Forest Hills nel 1966 e 1969, di Parigi e in Australia ancora nel 1966.

(nel collage: Richey in azione, oggi col suo libro ed in una foto in compagnia della sorella Nancy)

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