Classe 1947, l'americano Bob Lutz fu un elegante e piacevolissimo giocatore americano, capace di essere competitivo attraverso tre decenni e di ottenere buoni risultati un po' su tutte le superfici. Di formazione universitaria, iniziò a farsi notare come “amateur” nel 1968, quando inanellò una serie di finali, evidenziando la sua caratteristica di ottimo secondo (sebbene i suoi titoli li abbia comunque portati a casa): Londra indoor, San Diego, Pittsburgh e Phoenix. Si ripeté nel 1969 perdendo le finali di Los Angeles, degli U.S. National Amateurs di Chesnut Hill e di Long Island e raggiungendo i quarti a Wimbledon dove sconfisse niente meno che Ken Rosewall, prima di cedere ad Ashe. Dopo la finale a Buffalo nel 1970, arrivarono finalmente i primi successi di rilievo nel 1971, quando fece centro a Sacramento (su Olmedo) ed al WCT di Colonia (su Borowiak); da menzionare, sempre nel 1971, la finale raggiunta nel prestigioso torneo su terra rossa di Barcellona, dove superò addirittura Emerson e Laver, prima di fermarsi con Manolo Orantes, e l'unica semifinale Slam della sua carriera, quella raggiunta in Australia e persa con Ashe.
Frequentatore assiduo del circuito WCT,
dove ottenne ottimi risultati e giocò con continuità (tanto da
partecipare a ben 3 edizioni delle WCT Finals di Dallas, fra cui le
prime due), nel 1972 vinse a Boston (con Okker) e perse le finali di
Essen e delle Winter Finals di Roma (contro il solito Ashe). In
assenza di ranking ufficiali, Lutz era in questo periodo stimato come
il settimo giocatore del mondo. Due sole finali nel 1973 e 1974,
rispettivamente al WCT di Philadelphia ed a Cincinnati, ma notevole
continuità di rendimento. Così come nel 1975, quando vinse al
torneo indoor di Tokyo (con Smith) e perse le finali di Columbus e
Sydney indoor e nel 1976, con le finali del WCT di Roma indoor, di
Rotterdam e Maui. In questi anni raggiunse il suo best ranking ATP,
col 15° posto, Finalista a Washington ed Ocean City nel 1977, Lutz
tornò al successo nel 1978, aggiudicandosi il torneo di Parigi
indoor (su Tom Gullikson), poco dopo aver perso la finale a Columbus.
Dopo un altro successo nel 1979, a Taipei (su DuPre), disputò nel
1980, a 33 anni, una delle sue migliori stagioni, riportandosi a
ridosso dei primi 20: tre successi sul circuito, a Columbus (su
Rocavert), Stowe (su Kriek) e Colonia (su Saviano) e le semifinali a
Tulsa, San Francisco, Stoccolma e Johannesbourg. Negli anni seguenti
però non riuscì più a ritrovare lo smalto e rallentò
progressivamente l'attività, limitandosi a poche, sporadiche
apparizioni e perdendo l'ultima finale a Tampa nel 1983, contro Johan
Kriek. Tra le sue vittime illustri ricordiamo: Borg, Rosewall, Laver,
Roche, Smith, Newcombe, Solomon, Dibbs, Okker, Kodes, Vilas, Clerc,
Noah e Gottfried
Di
lui ricordiamo naturalmente la straordinaria carriera di doppista,
specialità nella quale raggiunse il primo posto mondiale. Giocava in
coppia col grande Stan Smith (a parte nel 1972, quando Smith giocò
con Van Dillen e Lutz con Ashe) e si aggiudicò numerosissimi titoli,
fra i quali 4 Us Open e un Open d'Australia, fallendo però sempre
l'appuntamento col successo a Wimbledon, nonostante tre finali. Anche
in Coppa Davis fu decisivo in coppia con Smith: lo ricordiamo bene
noi italiani, quando nella finale di San Francisco del 1979 sancirono
il successo americano sconfiggendo Panatta e Bertolucci. Ma fu anche
protagonista nelle edizioni del 1968,1969, 1970, 1975, 1978 e 1981.
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