domenica 24 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO: HEWITT-McMILLAN


Ricordiamo questo fortissimo doppio sudafricano, capace stare al vertice per tanti anni nella specialità: tre titoli a Wimbledon (1967, 1972 e 1978), uno al Roland Garros (1972) ed uno agli US Open (1977), oltre ad un'altra miriade di successi ed al primo posto nel ranking mondiale. In realtà i due iniziarono a fare coppia fissa solo nella seconda metà degli anni '60, quando Hewitt era già un affermato doppista (aveva vinto, tra l'altro, due titoli a Wimbledon e due agli Australian Open, in coppia con Fred Stolle). Si racconta che i due, ben poco amici, in campo non si parlassero: ciò nonostante riuscirono ad essere una coppia fortissima. Ricordiamo in particolare il loro capolavoro a Wimbledon 1978 quando, alle porte dei 40 anni, strapazzarono in finale i giovani McEnroe e Fleming, concedendogli solo sette giochi in tre set. Nel loro palmares anche la controversa conquista della Coppa Davis nel 1974, quando si aggiudicarono il trofeo senza giocare la finale, a causa del rifiuto dell'India di scendere in campo, in aperta polemica contro il regime dell'apartheid vigente a quei tempi in Sudafrica: in quella stessa edizione beneficiarono anche del decisivo rifiuto dell'Argentina di Vilas e sconfissero in semifinale l'Italia di Panatta, Zugarelli e Bertolucci (ricordiamo proprio Hewitt, 34enne, sconfiggere in 5 set Zugarelli, di 10 anni più giovane e poi chiudere la pratica con McMillan, battendo Panatta e Bertolucci).

Bob Hewitt, classe 1940, nacque in Australia ed acquisì la nazionalità sudafricana all'inizio degli anni '70, solo in seguito al matrimonio. Aspetto fisico imponente, alto oltre 1.90 e di corporazione robusta, ispirava ben poca “fiducia” proprio a causa del suo aspetto ben lontano da quello di un atleta; inoltre in campo il suo atteggiamento era spesso antisportivo, se non addirittura provocatorio e “carognesco”. Fu però un buonissimo singolarista, sempre rimasto “amateur” e valutato persino n°6 del mondo nel corso degli anni '60. Nel suo palmares ricordiamo i successi di Durban (su Saul) e Kampala (su J.Cooper) nel 1967, di East London (su Maud), Stalybridge (su Battrick), Torquay (su Davidson), Aberavon (ancora su Davidson) e Londra indoor (su Lutz) nel 1968, Brumana (su Mandarino), Città del Capo (su Maud), Dublino (su Pilic), Istanbul (su Maud), Port Elisabeth (su Cox) e Monaco (su Kuhnke) nel 1969. Nel corso decennio successivo, fu di tutto rispetto la stagione del 1972, con ben 4 successi nel circuito Grand Prix: Bournemouth (su Barthes), Bristol (su Olmedo), Tanglewood (su Pattison) e Indianapolis (su Connors). Da menzionare anche la finale raggiunta agli Internazionali d'Italia del 1968, sconfitto da Tom Okker, e quella di Montecarlo nel 1975, sconfitto da Orantes. Buoni anche i risultati nei tornei del Grande Slam: tre semifinali in Australia (1960, 1962, 1963), tre quarti a Wimbledon (1962, 1964, 1966) ed un quarto agli US Championships (1967). Nel suo dopo-tennis da ricordare la sua breve ed infruttuosa esperienza come coach di un giovanissimo Andrea Gaudenzi, fresco campione mondiale juniores, ed in tempi recenti la bruttissima accusa di molestie da parte di alcune sue ex-allieve: accusa che gli è costata la cancellazione dalla International Tennis Hall of Fame.
Frew McMillan, classe 1942, fu anch'egli un giocatore atipico: sempre con indosso la sua immancabile “coppola”, giocava un tennis particolare, appartenendo alla categoria dei “quadrumani”, come indichiamo quei giocatori che giocano entrambi i fondamentali a due mani. Questa sua particolarità gli permetteva dei colpi spesso poco convenzionali che mettevano in notevole difficoltà i propri avversari, soprattutto nel doppio, dove raccolse i suoi circa 90 titoli quasi sempre in coppia con Hewitt. In singolare ricordiamo qualche acuto di rilievo: il successo sull'erba di Eastbourne nel 1967 (su Cox), le due finali perse a Nottingham e Jackson nel 1973, il successo più prestigioso, quello nel WCT di Monaco del 1974 (su Pilic), anno nel quale perse con Connors anche la finale di Salisbury, e quello di Norimberga del 1976 (sul brasiliano Koch), poco prima dell'ultima finale persa a Colonia ancora con Jimbo..


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