martedì 26 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : MIKAEL PERNFORS



La Svezia, sulle orme di Bjorn Borg, produsse una miriade di fuoriclasse e buoni giocatori, protagonisti del tennis mondiale anni '80/90: i nomi sono talmente tanti che spesso si tende a dimenticare qualcuno. Uno di ottima caratura, per il quale abbiamo nutrito notevole ammirazione, è invece lo "svedese americano" Mikael Pernfors. Classe 1963, studente presso l'Università della Georgia, ebbe un' eccellente carriera a livello universitario, riuscendo nella difficile impresa di vincere due titoli NCAA consecutivi (1984 e 1985), cosa riuscita sino ad allora all'ex grande giocatore americano Denis Ralston. 
Fino al 1986, impegnato negli studi, Pernfors aveva limitato la sua attività agonistica (ricordiamo un successo nel challenger di Porto Alegre del 1985), ma fu proprio nel 1986 che giunse la sua consacrazione: prima si avvicinò ai primi 30 del mondo, ottenendo alcuni buoni risultati nei tornei americani (semifinali a Memphis, quarti a La Quinta, Atlanta e Indianapolis) e poi conquistò il risultato più importante ed inatteso della carriera, una clamorosa finale al Roland Garros. Infilò due settimane strepitose, piegando avversari del calibro di Edberg, Jaite, Becker e Leconte, prima di essere nettamente superato dall'allora imbattibile Lendl. Il resto della stagione lo vide esprimersi su livelli medio-alti, accedendo ai top ten (best ranking n°10) e diventando protagonista della finale di Coppa Davis persa per un soffio con l'Australia, sull’erba di Melbourne (batté McNamee e perse da un grande Cash, sciupando un vantaggio di due set a zero). 
Giocatore solido da fondo campo, con un robusto rovescio bimane, Pernfors si trovava a suo agio sul cemento e sulla terra rossa, ma aveva sempre mostrato un buon adattamento anche all’erba. L'anno seguente il suo rendimento, pur buono, calò sensibilmente (semifinali a Memphis e Tokyo) e si rammenta un incredibile match perso a Wimbledon con il 35enne Connors, dopo esser stato avanti per due set a zero (vinti entrambi per 6-1). Sempre a livello di top 20 l'anno seguente con la finale persa a Memphis contro Agassi, un ottimo torneo giocato ad Indian Wells (batté anche Edberg) e, dopo un infortunio che lo fermo per qualche mese, i suoi due primi titoli ATP, quelli di Los Angeles (su Agassi) e Scottsdale (su Layendecker).  Perse qualche posizione nel 1989 (attorno al 40° posto), stagione non troppo ricca di soddisfazioni (semifinali di Philadelphia, più qualche quarto di finale). Condizionato da seri problemi fisici fu il 1990, dove si ricordano i quarti di finale agli Australian Open (sconfitto da Noah, dopo aver superato John McEnroe nel famoso match in cui Supermac fu squalificato per intemperanze varie); pochissima attività in una stagione che lo vide scivolare attorno al 200esimo posto ATP. 
Gli anni seguenti lo videro ben sotto il 250esimo posto mondiale: di lui si erano perse le tracce (ricordiamo solo il successo nel challenger di Birmingham del 1992), quando sorprendentemente tornò in auge nel 1993 con alcuni buoni piazzamenti, il successo in ben 4 challenger (ancora Birmingham, Bochum, Furth e Bermuda), ma soprattutto con il clamoroso ed inatteso successo addirittura in un Masters Series, il prestigiosissimo Open del Canada di Montreal (sconfisse gente del livello del n°2 mondiale Courier, Volkov, Korda ed in finale Todd Martin); recuperò così un posto intorno al numero 30 mondiale.
Furono gli ultimi fuochi: dopo un paio di stagioni completamente anonime, lasciò il tennis nel 1996. Vanta nella sua carriera vittorie su quasi tutti i grandi: fra gli altri Sampras, Agassi, Edberg, Wilander, McEnroe, Muster, Courier, Edberg, Becker, Stich, Leconte e Bruguera.
Attualmente partecipa con buona assiduità ai tornei del Senior Tour.

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