domenica 24 novembre 2013

LEGGENDE DEL TENNIS : TONY ROCHE


Classe 1945, originario di Wagga Wagga, il mancino australiano Tony Roche fu uno dei più importanti esponenti della strabiliante scuola australiana. Allievo di Harry Hopman, autentico deus ex-machina del tennis di quel lontano Paese, la carriera di Roche rimase un gradino al di sotto di quella dei suoi straordinari connazionali, anche perché vessato da continui problemi fisici (principalmente alla spalla ed al gomito), che lo condizionarono pesantemente. Splendido giocatore d'attacco, dotato di un tennis elegantissimo, dopo le finali raggiunte nel 1964 al vecchio torneo di Reggio Calabria ed a Brisbane, fece registrare i primi “squilli” nel 1965, quando si rivelò giungendo in finale al Roland Garros, sconfitto dal connazionale Fred Stolle: in quell'anno vinse i tornei di Dublino, Gusford e Bundaberg, perdendo le finali di Adelaide, Wollagong, Frinton e Baden. A soli 20 anni era già considerato una dei primi 10 “amateurs” del mondo. Il 1966 consolidò ancor più questo ruolo, con il successo più importante della sua carriera (unico Slam in singolare, anche se all'epoca si pensava sarebbe stato solo il primo di un a lunga serie), quello del Roland Garros, ottenuto in finale sull'ungherese Gulyas, tanto sportivo da rinviare la finale di un giorno per consentire a Roche un miglior recupero dopo un infortunio alla caviglia patito in semifinale. Il successo ottenuto a Roma (su Pietrangeli) e quelli di Reggio Calabria, South Orange, Nambour e Southampton completarono il palmares della stagione. Importante anche il rendimento nel 1967 con numerosi titoli (Mexico City, Portola Valley, Gunnedah, Roehampton, Curacao, Melbourne, Dallas, Hobart, San Juan, Perth), una nuova finale a Parigi, persa con Roy Emerson, ed a Roma, sconfitto da Mulligan ed infine il ruolo da protagonista nel Challenge Round di Coppa Davis vinto contro la Spagna. 
 Il 1968, con l'avvento dell'era Open, vide Roche inserito nel gruppo dei famosi “Handsome Eight” del WCT (vedi post sul WCT) e vincitore a Città del Capo, New York e Johannesbourg, oltre che finalista a Durban, Port Elisabeth, Kimberley, Fresno, Miami e Baltimora; fu anche l'anno della sua unica finale a Wimbledon, persa nettamente con il grandissimo Rod Laver. Fu ancora Laver a fermarlo alle porte di un altro successo Slam nel 1969: quel giorno Rod vinse non solo gli US Open, ma centrò anche il secondo Grande Slam della sua inarrivabile carriera. I successi di Auckland (proprio su Laver), Tucson, Oakland, Sydney, Hollywood, Dakar e Amburgo e le finali di Roma (sconfitto da Laver), Philadelphia, Wembley e Hobart, consolidarono il suo posto fra i primissimi del mondo, in assenza di ranking ufficiali. Ultima finale Slam, per un Roche appena 25enne ma già molto acciaccato, fu quella di Forest Hills del 1970, quando fu sconfitto in 4 set da un altro illustre connazionale, Ken Rosewall.: due i successi in quell'anno, a Boston (su Laver) e Gstaad (su Okker), oltre alla finale di Philadelphia. Da qui in poi la sua attività agonistica si ridusse ed il suo rendimento calò in maniera abbastanza netta, certamente condizionato dagli innumerevoli guai fisici, eccessivi per uno che veniva soprannominato “Roccia”. Ricordiamo i successi ATP di Washington 1972 (su Riessen), Sydney e Charlotte WCT 1976 (rispettivamente su Stockton e Gerulaitis) e l'ultimo, quello ottenuto sull'erba del Queen's del 1978, dove sconfisse un giovane rampante di nome John McEnroe. 
Notevolissimo e, per certi versi, quasi incredibile il suo contributo dato all'Australia in occasione della Coppa Davis vinta nel 1977: fu chiamato solo in occasione della finale contro l'Italia e molti di noi ricordano l'impeccabile match giocato e nettamente vinto con Adriano Panatta a Sydney. Disputò qualche altro torneo in Australia, giocando il suo ultimo torneo in singolare a Sydney indoor nel 1980, quando batté l'amico di una vita, John Newcombe, prima di cedere a Gene Mayer. Da menzionare naturalmente anche la sua strepitosa attività come doppista, insieme, inutile ricordarlo, a John Newcombe. con il quale ha costituito una delle più grandi coppie di tutti i tempi : fra gli innumerevoli successi dei due, annoveriamo anche 4 Australian Open (Roche ne vincerà un quinto con Arthur Ashe nel 1977), 5 Wimbledon, 2 Roland Garros ed un US Open.
Nel dopo-tennis ci limitiamo a menzionare la sua eccellente attività come coach di Ivan Lendl (che, col suo aiuto, cercò senza successo di centrare l'unico alloro mancante alla sua strepitosa collezione, quello di Wimbledon), Pat Rafter, Roger Federer e Lleyton Hewitt ed il suo lavoro con i giovani australiani.

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