Classe
1945, originario di Wagga Wagga, il mancino australiano Tony Roche fu
uno dei più importanti esponenti della strabiliante scuola
australiana. Allievo di Harry Hopman, autentico deus ex-machina del
tennis di quel lontano Paese, la carriera di Roche rimase un gradino
al di sotto di quella dei suoi straordinari connazionali, anche
perché vessato da continui problemi fisici (principalmente alla
spalla ed al gomito), che lo condizionarono pesantemente. Splendido
giocatore d'attacco, dotato di un tennis elegantissimo, dopo le
finali raggiunte nel 1964 al vecchio torneo di Reggio Calabria ed a
Brisbane, fece registrare i primi “squilli” nel 1965, quando si
rivelò giungendo in finale al Roland Garros, sconfitto dal
connazionale Fred Stolle: in quell'anno vinse i tornei di Dublino,
Gusford e Bundaberg, perdendo le finali di Adelaide, Wollagong,
Frinton e Baden. A soli 20 anni era già considerato una dei primi 10
“amateurs” del mondo. Il 1966 consolidò ancor più questo ruolo,
con il successo più importante della sua carriera (unico Slam in
singolare, anche se all'epoca si pensava sarebbe stato solo il primo
di un a lunga serie), quello del Roland Garros, ottenuto in finale
sull'ungherese Gulyas, tanto sportivo da rinviare la finale di un
giorno per consentire a Roche un miglior recupero dopo un infortunio
alla caviglia patito in semifinale. Il successo ottenuto a Roma (su
Pietrangeli) e quelli di Reggio Calabria, South Orange, Nambour e
Southampton completarono il palmares della stagione. Importante
anche il rendimento nel 1967 con numerosi titoli (Mexico City,
Portola Valley, Gunnedah, Roehampton, Curacao, Melbourne, Dallas,
Hobart, San Juan, Perth), una nuova finale a Parigi, persa con Roy
Emerson, ed a Roma, sconfitto da Mulligan ed infine il ruolo da
protagonista nel Challenge Round di Coppa Davis vinto contro la
Spagna.
Il 1968, con l'avvento dell'era Open, vide Roche inserito nel
gruppo dei famosi “Handsome Eight” del WCT (vedi post sul WCT) e
vincitore a Città del Capo, New York e Johannesbourg, oltre che
finalista a Durban, Port Elisabeth, Kimberley, Fresno, Miami e
Baltimora; fu anche l'anno della sua unica finale a Wimbledon, persa
nettamente con il grandissimo Rod Laver. Fu ancora Laver a fermarlo
alle porte di un altro successo Slam nel 1969: quel giorno Rod vinse
non solo gli US Open, ma centrò anche il secondo Grande Slam della
sua inarrivabile carriera. I successi di Auckland (proprio su Laver),
Tucson, Oakland, Sydney, Hollywood, Dakar e Amburgo e le finali di
Roma (sconfitto da Laver), Philadelphia, Wembley e Hobart,
consolidarono il suo posto fra i primissimi del mondo, in assenza di
ranking ufficiali. Ultima finale Slam, per un Roche appena 25enne ma
già molto acciaccato, fu quella di Forest Hills del 1970, quando fu
sconfitto in 4 set da un altro illustre connazionale, Ken Rosewall.:
due i successi in quell'anno, a Boston (su Laver) e Gstaad (su
Okker), oltre alla finale di Philadelphia. Da qui in poi la sua
attività agonistica si ridusse ed il suo rendimento calò in maniera
abbastanza netta, certamente condizionato dagli innumerevoli guai
fisici, eccessivi per uno che veniva soprannominato “Roccia”.
Ricordiamo i successi ATP di Washington 1972 (su Riessen), Sydney e
Charlotte WCT 1976 (rispettivamente su Stockton e Gerulaitis) e
l'ultimo, quello ottenuto sull'erba del Queen's del 1978, dove
sconfisse un giovane rampante di nome John McEnroe.
Notevolissimo e,
per certi versi, quasi incredibile il suo contributo dato
all'Australia in occasione della Coppa Davis vinta nel 1977: fu chiamato solo in
occasione della finale contro l'Italia e molti di noi ricordano
l'impeccabile match giocato e nettamente vinto con Adriano Panatta a
Sydney. Disputò qualche altro torneo in Australia, giocando il suo
ultimo torneo in singolare a Sydney indoor nel 1980, quando batté
l'amico di una vita, John Newcombe, prima di cedere a Gene Mayer. Da
menzionare naturalmente anche la sua strepitosa attività come
doppista, insieme, inutile ricordarlo, a John Newcombe. con il quale
ha costituito una delle più grandi coppie di tutti i tempi : fra gli
innumerevoli successi dei due, annoveriamo anche 4 Australian Open
(Roche ne vincerà un quinto con Arthur Ashe nel 1977), 5 Wimbledon,
2 Roland Garros ed un US Open.
Nel
dopo-tennis ci limitiamo a menzionare la sua eccellente attività
come coach di Ivan Lendl (che, col suo aiuto, cercò senza successo
di centrare l'unico alloro mancante alla sua strepitosa collezione,
quello di Wimbledon), Pat Rafter, Roger Federer e Lleyton Hewitt ed
il suo lavoro con i giovani australiani.
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