Il
mancino ceco Petr Korda, classe 1968, è ricordato come uno giocatori
più divertenti e talentuosi attivi a cavallo fra gli anni '80 e '90.
Dotato di un tennis brillante e ricco di variazioni di ritmo e di
colpi di grande qualità, Korda riuscì ad essere competitivo su
tutte le superfici ed a sconfiggere tutti i grandissimi campioni suoi
contemporanei, tanto da riuscire a raggiungere addirittura la seconda
posizione del ranking mondiale ATP.
Dopo una buona carriera
giovanile, iniziò a farsi notare nella seconda metà degli anni '80,
vincendo il challenger di Budapest (1987) ed entrando fra i primi 60
del mondo nel 1989, quando conquistò la sua prima finale ATP (a
Francoforte, sconfitto da Kevin Curren), e la semifinale a Vienna.
Dopo una discreta annata 1990 (semifinali a Philadelphia, Monaco e
Mosca) e lo stabile ingresso fra i primi 50, il 1991 si rivelò
l'anno della sua definitiva esplosione, con l'ingresso fra i top ten,
al nono posto: giunsero i titoli di New Haven (su Ivanisevic) e
Berlino (su Boetsch), le finali di Tampa, Washington e soprattutto
dell'Open del Canada di Montreal (perse da Chesnokov, ma batté
Agassi e Courier) e le semifinali di Umago, Vienna e Johannesbourg.
Il 1992 consacrò in modo chiaro il suo grande talento,
permettendogli di arrivare sino al quinto posto mondiale, grazie alla
sua prima finale Slam, quella del Roland Garros (persa con Jim
Courier), ai successi di Washington (su Holm), Long Island (sconfisse
uno dopo l'altro Edberg e Lendl) e Vienna (sul nostro Gianluca
Pozzi), le finali di Monaco, Basilea e Tolosa e le semifinali di
Stoccarda indoor e Roma (dove superò Sampras e perse con Albert
Costa). L'anno seguente il suo rendimento calò in modo sensibile,
portandolo fuori dai top ten: ricordiamo le finali di New Haven e
Sydney indoor, le semifinali di Miami (dove sconfisse Edberg) e
Montreal ed i quarti agli Australian Open. Impreziosì però il 1993
conquistando il titolo della Grand Slam Cup, la faraonica
manifestazione giocata a fine anno a Monaco di Baviera: là Korda
dopo aver battuto Volkov e Bruguera, vinse due match epici contro il
n°1 del mondo Pete Sampras (con il quale vinse per 13-11 al quinto
set) ed in finale con Michale Stich (vittoria per 11-9 al quinto
set).
Dopo un'altra annata buona, il 1994, con le finali di Milano,
Indian Wells e Monaco, iniziò un lungo periodo di appannamento che
lo vide quasi uscire dai primi 50 del mondo: tante sconfitte inattese
fecero da contorno a qualche discreto risultato quali le semifinali a
Dubai e Milano ed i quarti agli US Open nel 1995, il successo a Doha
(su El Aynaoui), la finale di Ostrava e la semifinale di Parigi Bercy
nel 1996. Navigando fra il 30° ed il 50° posto del ranking ATP in
singolare, Korda colse nel 1996 un prestigioso successo in doppio
agli Open d'Australia, superando, in coppia con Stefan Edberg, Lareau
e O'Brien.
Quando sembrava ormai lontano dai livelli di eccellenza
delle stagioni precedenti, infilò invece due annate straordinarie:
nel 1997 rientrò fra i primi dieci giocatori del mondo, vincendo il
Master Series di Stoccarda indoor (su Krajicek) ed andando in finale
ad Halle, Washington e Mosca ed in semifinale ad Anversa, New Haven,
Basilea ed alla Grand Slam Cup. In quell'anno ricordiamo il grande
match perso per 6-4 al quinto set a Wimbledon con il n°1 del mondo
Pete Sampras, futuro vincitore del titolo: i due si ritrovarono,
sempre al quarto turno, anche agli US Open ed in quell'occasione
Korda si prese una clamorosa rivincita, vincendo al tie-break del
quinto set, dopo un match spettacolare (sfiancato, poi fu costretto a
ritirarsi nel corso del match con Jonas Bjorkman, nei quarti di
finale). Il 1998 si aprì col successo a Doha (su Santoro) e con la
clamorosa prima (ed ultima) vittoria in singolare in un torneo dello
Slam, pochi giorni dopo il suo trentesimo compleanno: agli Australian
Open, complice un buon tabellone, si trovò la strada abbastanza
aperta sino alla finale, nella quale rifilò un triplice 6-2 al
cileno Marcelo Rios; ricordiamo tutti i “salti del canguro”
(“scissor kick”, sforbiciate) col quale Korda festeggiò quella
sua inaspettata vittoria. In quell'edizione ricordiamo come Korda
rimontò due set di svantaggio allo svedese Bjorkman (allora n°4 del
mondo) e poi superò lo slovacco Karol Kucera, il “giustiziere”
di Pete Sampras; nel frattempo, lo spagnolo Alberto Berasetagui
provvedeva alle sorprendenti eliminazioni di Pat Rafter ed Andre
Agassi..
A questo punto era il n°2 del mondo ma la sua carriera, di
fatto, si poteva dir conclusa: arrivò nei quarti ad Indian Wells,
Cincinnati e soprattutto a Wimbledon, ma complice una squalifica di
un anno per la positività ad un controllo antidoping (eseguito
proprio durante i Championships del 1998: fu costretto infatti a
rinunciare ai punti ATP ed ai premi vinti da allora in poi) non si
registrarono più risultati degni di nota: l'inizio della squalifica,
nella seconda metà del 1999, coincise di fatto con l'abbandono
dell'attività agonistica. Attualmente segue con assiduità (anche
nel ruolo di caddie) la figlia Jessica, giovanissima professionista
nel campo del golf.
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