domenica 24 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : ANDRES GIMENO


A cavallo fra gli anni '60 e '70, la Spagna produsse alcuni campioni ed eccellenti giocatori: Santana, Orantes, Gisbert ed anche Andrés Gimeno. Classe 1937, originario di Barcellona, Gimeno iniziò a farsi notare già nel 1957, conquistando alcuni tornei “amateurs” del circuito estivo francese: Cannes, Cap d'Antibes e Djion. Ma fu col prestigioso successo ottenuto nell'ambito torneo di casa di Barcellona, il “Conde de Godò” del 1960, che il suo nome balzò agli occhi degli addetti ai lavori: nell'occasione sconfisse in finale il nostro Beppe Merlo. 
Qualche anno dopo prese le decisione di passare al professionismo dove, pur non arrivando ai livelli dei grandissimi big dell'epoca, si tolse delle belle soddisfazioni: nel 1963 lo ricordiamo finalista al French Pro Championships (con Rosewall), ma fu nel 1967 che ottenne i suoi risultati migliori, aggiudicandosi il Cincinnati Pro (dove sconfisse Laver in semifinale e Rosewall in finale), perdendo la finale degli US Pro Championships con Ken Rosewall e ingaggiando poi una sfortunata battaglia con l'immenso Rod Laver che lo sconfisse nelle finali di San Juan, Binghampton, Miami e del French Pro Championships. In quell'anno si aggiudicò inoltre il doppio al torneo Pro di Wimbledon, giocando in coppia col grandissimo Pancho Gonzales. 
Il 1968, con l'avvento dell'era Open, lo vide vincere al torneo di Bogotà (su Stolle) e cedere a Rosewall nella semifinale del Roland Garros, In questi anni Gimeno mise insieme vittorie con avversari del calibro di Olmedo, Rose, Ralston, Hoad, Roche, Emerson e Newcombe, oltre ai già citati Laver e Rosewall. Il 1969 lo vide trionfare nel prestigioso Garden Challenge Trophy di New York, dove sconfisse eccellenti giocatori ed Arthur Ashe in finale; sempre in quell'anno giocò e perse la sua prima finale Slam, agli Australian Open, contro il solito Rod Laver, sulla strada del suo secondo Grande Slam. Finalista al WCT di Casablanca e semifinalista a Wimbledon nel 1970, entrambe le volte sconfitto da Newcombe, vinse l'importante torneo di Amburgo nel 1971 (contro il “mitico” ungherese Peter Szoke, quello che batté Panatta in Davis a Budapest nel 1978). 
Quando sembrava avviato verso un normale declino, mise a segno invece la stagione “della vita”: nel 1972, contro ogni pronostico divenne il più anziano vincitore del Roland Garros (a 34 anni e 10 mesi, record che tuttora detiene), battendo fra gli altri il fortissimo Stan Smith e superando in finale il sorprendente francese Patrick Proisy. Quello stesso anno lo vide andare a segno sul cemento di Los Angeles (su Barthes), sulla terra di Gstaad (su Panatta) e sull'erba di Eastbourne (ancora su Barthes), perdendo le finali di Parigi indoor e Bruxelles. In assenza di ranking ATP era considerato il decimo giocatore del mondo. Giocò solo un altro anno, il 1973, perdendo un'ultima finale ad Hilversum, prima di appendere la racchetta al chiodo e dedicarsi al suo club aperto nei pressi di Barcellona. Inoltre ha allenato a lungo i giovani spagnoli ed in seguito giovani svizzeri, svolgendo anche un apprezzato ruolo di commentatore tennistico per la tv spagnola.



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