A cavallo fra gli anni '60 e '70, la Spagna produsse alcuni campioni ed eccellenti giocatori: Santana, Orantes, Gisbert ed anche Andrés Gimeno. Classe 1937, originario di Barcellona, Gimeno iniziò a farsi notare già nel 1957, conquistando alcuni tornei “amateurs” del circuito estivo francese: Cannes, Cap d'Antibes e Djion. Ma fu col prestigioso successo ottenuto nell'ambito torneo di casa di Barcellona, il “Conde de Godò” del 1960, che il suo nome balzò agli occhi degli addetti ai lavori: nell'occasione sconfisse in finale il nostro Beppe Merlo.
Qualche anno dopo prese le decisione di
passare al professionismo dove, pur non arrivando ai livelli dei
grandissimi big dell'epoca, si tolse delle belle soddisfazioni: nel
1963 lo ricordiamo finalista al French Pro Championships (con
Rosewall), ma fu nel 1967 che ottenne i suoi risultati migliori,
aggiudicandosi il Cincinnati Pro (dove sconfisse Laver in semifinale
e Rosewall in finale), perdendo la finale degli US Pro Championships
con Ken Rosewall e ingaggiando poi una sfortunata battaglia con
l'immenso Rod Laver che lo sconfisse nelle finali di San Juan,
Binghampton, Miami e del French Pro Championships. In quell'anno si
aggiudicò inoltre il doppio al torneo Pro di Wimbledon, giocando in
coppia col grandissimo Pancho Gonzales.
Il 1968, con l'avvento
dell'era Open, lo vide vincere al torneo di Bogotà (su Stolle) e
cedere a Rosewall nella semifinale del Roland Garros, In questi anni
Gimeno mise insieme vittorie con avversari del calibro di Olmedo,
Rose, Ralston, Hoad, Roche, Emerson e Newcombe, oltre ai già citati
Laver e Rosewall. Il 1969 lo vide trionfare nel prestigioso Garden
Challenge Trophy di New York, dove sconfisse eccellenti giocatori ed
Arthur Ashe in finale; sempre in quell'anno giocò e perse la sua
prima finale Slam, agli Australian Open, contro il solito Rod Laver,
sulla strada del suo secondo Grande Slam. Finalista al WCT di
Casablanca e semifinalista a Wimbledon nel 1970, entrambe le volte
sconfitto da Newcombe, vinse l'importante torneo di Amburgo nel 1971
(contro il “mitico” ungherese Peter Szoke, quello che batté
Panatta in Davis a Budapest nel 1978).
Quando sembrava avviato verso
un normale declino, mise a segno invece la stagione “della vita”:
nel 1972, contro ogni pronostico divenne il più anziano vincitore
del Roland Garros (a 34 anni e 10 mesi, record che tuttora detiene),
battendo fra gli altri il fortissimo Stan Smith e superando in finale
il sorprendente francese Patrick Proisy. Quello stesso anno lo vide
andare a segno sul cemento di Los Angeles (su Barthes), sulla terra
di Gstaad (su Panatta) e sull'erba di Eastbourne (ancora su Barthes),
perdendo le finali di Parigi indoor e Bruxelles. In assenza di
ranking ATP era considerato il decimo giocatore del mondo. Giocò
solo un altro anno, il 1973, perdendo un'ultima finale ad Hilversum,
prima di appendere la racchetta al chiodo e dedicarsi al suo club
aperto nei pressi di Barcellona. Inoltre ha allenato a lungo i
giovani spagnoli ed in seguito giovani svizzeri, svolgendo anche un
apprezzato ruolo di commentatore tennistico per la tv spagnola.
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