L'americano
Jay Berger, classe 1966, è probabilmente uno dei meno forti top-ten
della storia del tennis. Giocatore dal tennis particolare, con uno
dei servizi più anomali che si siano mai visti (figlio anche di seri
problemi alla spalla destra), fu vessato in carriera da svariati guai
fisici. A suo agio sulla terra e sul cemento, dopo una buona carriera
giovanile (lo ricordiamo finalista all'Orange Bowl under 18 del 1984,
sconfitto dal connazionale Ricky Brown, poi sparito nel nulla),
ottenne risultati di rilievo dalla seconda metà degli anni '80 sino
al 1990, prima che, i gravi problemi al ginocchio lo costringessero
al ritiro a soli 25 anni. Conquistò tre titoli ATP: a Buenos Aires
nel 1986, suo primo anno di professionismo, in finale sul giocatore di casa Franco Davin; a San Paolo nel 1988, sull'argentino Horacio De La Pena; a Charleston nel 1989, sul connazionale Lawson Duncan. Giocò altre 4 finali e
mise insieme svariati notevoli piazzamenti, fra i quali i quarti a
Parigi ed agli US Open. Rendimento tanto continuo da permettergli di
raggiungere, nel 1990, addirittura il 7° posto del ranking ATP.
Importanti gli “scalpi” raccolti nella sua breve carriera: tra
gli altri dei n°1 del mondo quali Becker (peggior sconfitta della
carriera del tedesco, 6-1 6-1 a Indian Wells nel 1989), Edberg e
Wilander. Oggi vive con la sua numerosa famiglia in Florida e svolge
una buona attività come coach.
(nella
foto si può notare l'anomala preparazione al servizio).
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