Una
delle leggende viventi del nostro sport è senza dubbio lo spagnolo
Manuel “Manolo” Martinez Santana. Classe 1938, Manolo fu
grandissimo protagonista specialmente negli anni '60, ottenendo
alcuni risultati straordinari. Nato a Madrid, iniziò a fare il
raccattapalle in un club locale, appassionandosi a quello sport che
cominciò a praticare con assiduità: già negli anni '50 iniziò a
mostrare le sue notevoli qualità, ottenendo le prime vittorie di un
certo prestigio. Col passare degli anni si mostrò un giocatore
completo, dotato di un tennis molto elegante e vario: faceva del
tocco la sua dote principale, di grande qualità erano i suoi cambi
di ritmo, le sue angolazioni, i suoi lob e le sue palle corte, che
facevano impazzire un po' tutti gli avversari (lo stesso Rod Laver
soffriva tremendamente lo spagnolo). Santana è considerato come il
primo europeo capace dopo la Seconda Guerra Mondiale di essere
davvero competitivo su superfici differenti dalla terra rossa: fu
infatti capace di rompere l'egemonia australiana-americana sull'erba.
Le perle del suo palmares sono senza dubbio costituite dai quattro
titoli Slam conquistati: due al Roland Garros, nel 1961 e 1964,
entrambe le volte in finale con il nostro Nicola Pietrangeli; quello
storico conquistato agli U.S. Championships di Forest Hills nel 1965
(l'ultima vittoria europea era stata quella di Henri Cochet nel
1928), contro il sudafricano Cliff Drysdale e quello, se possibile
ancor più storico, del 1966 a Wimbledon, in finale con l'americano
Dennis Ralston. Considerato tra i migliori amateur del mondo nel
corso degli anni '60 (fra il 1965 e 1966 venne considerato
addirittura il primo giocatore mondiale), era popolarissimo nel suo
Paese, dove venne anche insignito di importanti onorificenze dal
Generale Franco nel 1965. Fu inoltre protagonista delle prime due
sfortunate finali di Coppa Davis raggiunte della Spagna, nel 1965 e
nel 1967: in entrambe le occasioni la compagine iberica fu sconfitta
al Challenge Round dalla fortissima Australia (sempre giocando in
trasferta, come prevedeva quella formula) e Santana fu capace di
cogliere l'unico punto per la sua squadra, sconfiggendo nel primo
caso Roy Emerson e nel secondo John Newcombe. Davvero eccellente il
suo bilancio in Coppa Davis, competizione nella quale è il terzo
giocatore per numero di match disputati dopo Nicola Pietrangeli e
Ilie Nastase: per lui 120 incontri totali dal 1958 al 1973, con un
saldo di 92 vittorie e 28 sconfitte.
Da menzionare anche un piccolo
record negativo: quello di essere stato il primo defending champion
del torneo di Wimbledon ad essere eliminato nella giornata di
apertura; accadde nel 1967 quando fu sconfitto dall'americano di
origine portoricana Charlie Pasarell (successivamente questo poco
invidiabile record fu eguagliato dall'australiano Lleyton Hewitt,
sconfitto dal croato Ivo Karlovic nel 2003). Con l'avvento dell'Era
Open la sua carriera volgeva ormai al termine, e fu capace di
conquistare negli anni '70 pochi titoli, fra i quali quello del
prestigioso Conde de Godo di Barcellona, vinto nel 1970 superando in
finale il grandissimo Rod Laver. Ricordiamo alcuni dei suoi più
importanti successi: nel 1959 a Buenos Aires, nel 1961 a Venezia e
Barranquilla, nel 1962 a Mexico City, Tampa, Madrid, Barcellona e
Bastad; nel 1963 a Tampa, Barranqulla, Barcellona, Caracas,
St,Petersburg e Houston; nel 1964 a Deauville, Baden Baden, Monaco e
Barkeley. Impressionante il rendimento nel 1965: oltre a Forest Hills
lo vediamo vincere a Quebec, Valencia, Barbados, Tampa, Trinidad &
Tobago, Barranquilla, Mexico City, San Juan, Madrid, Bastad ed
Estoril; oltre a Wimbledon nel 1966 vince a Montecarlo e Quebec.
Dal
1967 il suo rendimento inizia a calare, pur rimanendo comunque molto
competitivo: vince a Lamorlaye, Montreal e Johannesbourg; nel 1968 a
Philadelphia, Tampa. Madrd, Helsinki e Berlino; nel 1969 a Bastad,
Estoril, Kitzbuhel e Madrid; nel 1970, come detto, gli ultimi
successi del Cairo e di Barcellona. Nel 1968, inoltre, il tennis fu
presentato come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Mexico City:
Santana si aggiudicò il singolare (ed il doppio), ma non gli venne
consegnata alcuna medaglia. Poco attivo nel corso degli anni '70,
vinse qualche torneo di doppio e si dedicò anche al WTT diventando
nel 1974 allenatore-giocatore del team dei New York Sets. Si ricorda
la sua ultima apparizione in un torneo dello Slam, sebbene molto
appesantito, agli US Open del 1977, dove fu travolto dal futuro
campione Gullermo Vilas (6-1 6-0). Giocò ancora al torneo di Newport
del 1978, a 40 anni compiuti, dove batté il carneade americano
Blocher, prima di cedere di fronte ad Arthur Ashe. Chiuse con 72
titoli di singolare all'attivo.
Dopo
essere stato per diversi anni il capitano del team spagnolo di Coppa
Davis, attualmente è il direttore del Masters di Madrid.
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