giovedì 28 novembre 2013

LEGGENDE DEL TENNIS : ROY EMERSON



Prima dell'arrivo di Pete Sampras (ed in seguito di Roger Federer) il giocatore ad aver vinto il maggior numero di tornei del Grande Slam era il leggendario australiano Roy Emerson, nato a Blackbutt il 3 novembre del 1936. Tuttavia, quando si tratta di nominare, per puro divertimento, gli ipotetici più grandi della storia, difficilmente si nomina il vecchio Roy: e lui per primo, racconta Clerici, era l'ultimo a credere di essere il più forte tennista del mondo, ai suoi tempi. Questo per due motivi: fra i suoi dodici titoli dello Slam ci sono anche sei edizioni degli Australian Open, alcune delle quali con un campo di partecipazione non straordinario; ma soprattutto perché gran parte dei suoi successi sono stati ottenuti quando i più pericolosi avversari erano professionisti e non potevano disputare i tornei del Grande Slam, riservati ai soli amateur (per esempio, Rosewall assente dal 1957 al 1968, Laver dal 1963 al 1968, Hoad dal 1958 in poi, Pancho Gonzales e Jack Kramer assenti...sempre!). 

Citiamo ancora Gianni Clerici “ i successi di Emmo sono la denunzia della mediocrità degli anni '60, e della sciocca politica di dirigenti che si accanirono nel non riconoscere che il vero tennis era ormai giocato da dei veri professionisti”. Si racconta che anche lui ricevette delle consistenti offerte per unirsi al gruppo dei professionisti, specie dopo la sua seconda vittoria a Wimbledon: la differenza fra l'offerta (più o meno 80.000 dollari) e la sua richiesta (circa 200.000 dollari, il doppio di quanto fu dato a Laver per diventare pro dopo il suo primo Grande Slam) era però eccessiva e non se ne fece nulla. 

Il suo palmares comprende, fra l'altro, i già citati 6 titoli agli Australian Open (1961 e poi dal 1964 al 1967), due Roland Garros (1963 e 1967), due Wimbledon (1964 e 1965) e due US Open (1961 e 1964); inoltre arrivarono, con differenti compagni (preferibilmente Fred Stolle) altri 16 titoli in doppio (l'ultimo a Wimbledon nel 1971, con Rod Laver). Partecipò infine, da protagonista, alla vittoria australiana di ben otto edizioni della Coppa Davis. Giocò svariati anni anche dopo l'avvento dell'era Open, senza cogliere però altri risultati eclatanti: si mantenne in posizioni più che dignitose, conquistando il suo ultimo titolo, il 105esimo, nel 1973 a San Francisco, ove batté Ashe in semifinale ed il 17enne Bjorn Borg in finale. Continuò ad occuparsi di tennis, diventando il coach (e occasionalmente riprese in mano la racchetta) dei Boston Lobsters, nella WTT, la Lega tennistica a squadre degli U.S.A. e partecipò al suo ultimo torneo nel 1983, a 47 anni, perdendo dal modesto greco Kalovelonis.

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