mercoledì 20 novembre 2013

VECCHIE STORIE: LE DISAVVENTURE DI ALAIN BRESSON






Ricordiamo un'altra piccola storia del nostro sport. Un episodio curioso, abbastanza noto in Francia, ma da noi forse sconosciuto. La storiella è certamente un po' romanzata, ma vi giuriamo che e' la verità e nient'altro che la verità! È il 1959 e si gioca il torneo di Wimbledon. È un'edizione particolarmente "bagnata" del torneo, i campi sono più umidi e scivolosi del solito. Al primo turno si affrontano un ventenne mancino spagnolo di belle speranze, alla sua seconda apparizione sull'erba londinese, Manolo Santana, ed un diciottenne francese, Alain Bresson, al suo esordio. Prima del match il ragazzo, emozionatissimo, è vittima di uno scherzo da parte di alcuni "colleghi", che lo convincono della necessità di presentarsi in giacca e cravatta alla chiamata dell'arbitrò: solo là si accorgerà della burla, ma i problemi sono appena all'inizio. 
Il campo umidissimo crea problemi di equilibrio ai due giocatori, ma il povero Bresson ne risente in modo clamoroso, come si può verificare già dal palleggio di riscaldamento. Primo punto del match: l'arbitro grida "play" e Bresson serve con troppa precipitazione, tanto da scivolare sulla linea e cadere, prova a rialzarsi ma cade ancora. 0-15. Secondo punto, Bresson serve, scende a rete ma perde ancora l'equilibrio: per non sbattere contro la rete, decide di saltarla ma scivola finendo ai piedi di u esterrefatto Santana. 0-30. Terzo punto: servizio del francese, risposta di Manolo e nuova scivolata, con Bresson che cade in ginocchio e manca la palla. Il pubblico inizia a ridacchiare: e' 0-40. Alain stavolta serve con convinzione, va ancora a rete ma cade nuovamente, lungo disteso per terra, macchiando vistosamente di verde il suo completo bianco, immacolato solo per pochi minuti. Rosso di vergogna va al cambio campo (all'epoca i giocatori non si sedevano), mentre il pubblico inizia a ridere apertamente. Il calvario e' solo all'inizio, Bresson non riesce a stare in piedi e colleziona un capitombolo dietro l'altro, col pubblico che ride a scena aperta, mentre gli stessi raccattapalle e giudici di linea faticano tremendamente a rimanere seri. È un rapido 6-0 per Santana. 
A questo punto dal pubblico grida uno dei famosi 4 moschettieri francesi, Toto Brugnon, “Alain non puoi andare avanti così, forse staresti in piedi se giocassi senza scarpe!”. Il pubblico ride, ma il frastornato Alain prende il suggerimento alla lettera e si presenta dopo il cambio di campo coi soli calzini! Nel primo gioco del secondo set la situazione precipita ulteriormente: coi calzini l'equilibrio e' naturalmente ancora più precario e Bresson passa più tempo in orizzontale che non in pedi. I pubblico ride a crepapelle e dagli altri campi accorrono numerosi spettatori, richiamati dalle risate. Sul 3-0 rimette le scarpe ma le cose non cambiano: scivola, si rialza, scivola nuovamente. È un altro 6-0. Si arriva rapidamente al 3-0 nel terzo set, col pubblico ormai mosso a compassione per il povero ragazzo francese, rosso in volto e con gli occhi gonfi di lacrime. Anche Santana, forse, ha pietà. Arriva finalmente il game del 1-3, accolto con un boato del pubblico. Ma Bresson a quel punto desidera solo una cosa: lasciare quel maledetto campo. Finisce in pochi minuti, dopo un altro paio di scivolate. È 6-0 6-0 6-1. Bresson stringe la mano all'avversario, in stato di palese difficoltà, raccoglie le sue cose e fa per fuggire ma, purtroppo, scivola ancora, fa una piroetta e le sue racchette volano al suolo, mentre lui cade disteso per terra, fra le impietose risate del pubblico. Riesce a rialzarsi, in qualche modo, e scappa, questa volta per sempre. Si barrica per ore nello spogliatoio ed se andrà solo a tarda notte, passando da un'uscita di sicurezza.


Manolo Santana diventerà un grande giocatore, vincerà 4 titoli dello Slam e trionferà persino a Wimbledon nel 1966. Bresson invece non avrà fortuna. Tornerà qualche volta a Wimbledon: riuscirà a stare in equilibrio, ma non vincerà mai un match.

Nessun commento:

Posta un commento