martedì 19 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO (ITALIA) : PAOLO BERTOLUCCI


L’uomo dal braccio d’oro. Rotolo. Pasta Kid. Profiterole. Sono questi alcuni dei nomignoli, più o meno simpatici e graditi, affibbiati al nostro Paolo Bertolucci. Figlio di Gino, celebre maestro di tennis del suo paese natale, Forte dei Marmi, era un giocatore dal braccio meraviglioso, ricco di talento e dotato di un tocco sopraffino, forse penalizzato da una scarsa predisposizione ad un certo tipo di allenamento e da una struttura fisica piuttosto particolare. 
Classe 1951, ebbe una carriera giovanile interessante, per molti aspetti parallela a quella di Adriano Panatta, del quale era ed è fraterno amico. Nel 1973 se la giocava più o meno con tutti ed il neonato ranking ATP lo collocò al 12° posto mondiale (suo best ranking): in quell’anno arrivò nei quarti al Roland Garros, sconfitto in un match alla sua portata dal futuro finalista Nikki Pilic, dopo aver battuto il grande Arthur Ashe; quindi giunse in semifinale agli Internazionali d'Italia di Roma, dove perse in cinque set, dopo un match straordinario, col n°1 del mondo Ilie Nastase. Negli anni seguenti, alternati ad alcune delusioni ed inopinate sconfitte, arrivarono anche i suoi sei titoli ATP (Firenze 1975, 1976 e 1977, Barcellona 1976, Berlino e soprattutto Amburgo nel 1977). 
Pian piano il rendimento in singolare calò e, pur rimanendo per qualche anno a livelli accettabili (ricordiamo, per esempio, nel 1980 due finali ATP raggiunte a Bologna indoor ed Il Cairo), Bertolucci divenne l’uomo del doppio, sempre con l’amico Panatta, sia nei tornei, dove vanta 10 titoli, che soprattutto in Coppa Davis, dove i due sono stati spesso protagonisti di match che hanno fatto la fortuna del team azzurro, capace di giocare 4 finali in 5 anni. Ha naturalmente partecipato alla storica finale di Santiago del 1976, conquistando, con Adriano, il punto decisivo nel doppio contro i cileni Cornejo-Filliol. In Coppa Davis ricordiamo anche le 8 vittorie su 10 incontri di singolare (non impossibili, ad onor del vero) e soprattutto un grande e decisivo match vinto nel 1974, quando sconfisse a Bastad lo svedese Leif Johansson in 5 durissimi set, dando prova di avere anche delle importanti doti di fondo. Lasciò il tennis, insieme ad Adriano Panatta, dopo il match di doppio di Coppa Davis perso contro gli argentini Vilas e Clerc, a Roma nel luglio del 1983. Prima di diventare apprezzato commentatore di Sky è stato dirigente e coach federale e poi capitano di Coppa Davis, ottenendo risultati storici in entrambi i sensi: la splendida finale conquistata nel 1998 e sfortunatamente persa a Milano contro la Svezia, ma anche la nostra prima retrocessione dalla serie A dopo lo spareggio perso a Venezia contro il Belgio, nel 2000.


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