L'attuale
capitano di Coppa Davis nacque ad Udine nel 1953 e crebbe ad
Alessandria: il suo primo maestro fu un eccellente preparatore di
calcio, Giuseppe Cornara, il quale anni prima aveva tenuto a
battesimo Gianni Rivera. Fu portato a Roma 15enne, per giocare al
tennis club dell'EUR e già da ragazzo si intravedevano due grandi
doti: la pazienza infinita e la feroce determinazione. Vinse
giovanissimo i vecchi Campionati di Terza e poi di Seconda Categoria,
saltando immediatamente in Prima, vincendo poi, nel 1971, il torneo
juniores del Roland Garros e l'Orange Bowl under 18 (in finale su Vitas Gerulaitis).
Esordì in Coppa Davis ad appena 19 anni, nel 1972, mostrando subito
una spiccata attitudine per quella competizione: vinse i suoi due
singolari con gli austriaci Blanke e Kary, per poi fermarsi a
Bucarest davanti all'imbattibile Nastase. Nel 1973, quando appariva
in crisi, si ritrovò ancora in Davis sconfiggendo il grande Manolo
Santana ed il suo eterno rivale Josè Higueras ed, in seguito,
piegando il campione di Wimbledon Jan Kodes (nel match che peraltro
l'Italia perse a Praga). Da allora continuò sempre con buoni
risultati la sua avventura in Davis, diventando per tutti non solo
“Barazza”, ma soprattutto“Il Soldatino”, per la sua
affidabilità e dedizione alla causa: 39 singolari vinti su 60
incontri ed anche due doppi (entrambi vinti nel 1979 contro la
Polonia e la Gran Bretgna, rispettivamente in coppia con Panatta e
Zugarelli), passando attraverso il trionfo di Santiago, le tre finali
perse a Sydney, San Francisco e Praga, sino all'ultimo match giocato
nel 1984 contro i britannici a Telford, quando ci regalò il punto
decisivo sconfiggendo Colin Dowdeswell.
Ottimi i suoi risultati anche nei
tornei individuali: nel 1975 la sua prima finale, persa a Manila con
Case, altre tre nel 1976 (una vinta a Nizza con Kodes e due perse a
Bastad e Tokyo, contro Zugarelli e Tanner), quindi la prima delle sue “stagioni di grazia”,
quelle che lo portarono fra i primi 10 giocatori del mondo. Nel 1977
portò a casa tre titoli: il più importante della sua carriera
quello del WCT di Charlotte (su Eddie Dibbs, superficie sintetica), quindi
Bastad (su Balasz Taroczy) e Parigi indoor (su Brian Gottfried); perse inoltre da
Borg la finale di Montecarlo e raggiunse il miglior risultato di
sempre di un italiano agli US Open, perdendo in semifinale da Jimmy
Connors a Forest Hills, sulla terra grigio-verde. Il 1978 fu la sua stagione
migliore, sebbene non riuscì a conquistare alcun titolo: ma un
rendimento mostruosamente continuo gli permise di giungere al suo
best ranking (n°7) e di conquistare la qualificazione per il Masters
di fine anno. Ecco i risultati di quella bellissima annata: finali sul cemento di Las
Vegas e sulla terra di Bastad (perse contro Solomon e Borg), semifinali a Richmond, Montecarlo,
Houston, Dallas, Hilversum, North Conway, Indianapolis, Boston,
Madrid, Vienna, Buenos Aires e soprattutto al Roland Garros. Dal 1979 il
suo rendimento iniziò però a calare sensibilmente, risentendo forse
del logorio psico-fisico che un tennis di pazienza e regolarità come
il suo probabilmente aveva provocato. Rimase importante e
determinante il suo apporto in Coppa Davis ed arrivarono altre due
finali, Palermo e Parigi indoor nel 1979 (battuto da Borg e Solomon), i quarti al Roland Garros e
l'ultimo titolo ATP (Il Cairo, in finale su Bertolucci) nel 1980 e
qualche altro successo in tornei challenger (Bari e Parioli), oltre
ad un onorevole 1983, culminato con la semifinale di Montecarlo, dopo
la prima vittoria su Vilas. Dall'anno successivo, dopo la citata
zampata in Davis a Telford, iniziò il definitivo declino, anche
accelerato da problemi seri legati all'epicondilite, che lo portarono
al rituro nella seconda metà del 1984, a soli 31 anni.
(foto
del nostro archivio: Barazzutti nel 1977 nel corso del match vinto contro Ilie Nastase a
Forest Hills)
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