martedì 19 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : PETER FLEMING


Il potente gigante americano, classe 1955, è ricordato da tutti per essere stato un grande doppista, fedele compagno e amico di John McEnroe. Al suo fianco ha conquistato 4 titoli a Wimbledon e 3 agli Us Open, vincendo inoltre altri 43 tornei e contribuendo in modo importante alla conquista di alcune edizioni della Coppa Davis in veste di doppista: in questa competizione vanta 14 vittorie ed una sola sconfitta, nell'ultimo match giocato (in modo disastroso) a Goteborg nella finale del 1984 e perso contro Stefan Edberg ed Anders Jarryd. Altri nove successi nella specialità ed il primo posto raggiunto nel ranking mondiale lo rendono un doppista di elevato profilo, anche se è difficile negare che gran parte del suo successo sia da imputare alla vicinanza di un compagno come Supermac. E' però meno ricordata la carriera di Fleming come singolarista, dove, seppur per poco tempo, riuscì ad esprimersi a livelli molto elevati, raggiungendo addirittura l'ottavo posto nel ranking mondiale: in particolare le annate 1978 e 1979 furono quelle “magiche”, nelle quali Peter ottenne risultati di tutto rispetto. Nel 1978 arrivò il suo primo titolo ATP, a Bologna indoor, in finale su Adriano Panatta (dopo aver battuto proprio McEnroe in semifinale), le finali di Maui e Montego Bay, le semifinali di Palm Springs e Los Angeles e vittorie su avversari come Borg, Newcombe, Gottfried e Ramirez. Il 1979 fu l'anno della conferma, con Fleming vittorioso a Cincinnati (su Tanner) e Los Angeles (su McEnroe), finalista a Maui, San Josè e San Francisco e semifinalista a Rotterdam e Baltimora. Dal 1980 iniziò però il declino, dovuto anche a seri problemi fisici (soprattutto i cronici fastidi provocati dall'epicondilite, il famigerato gomito del tennista) e ad una crisi tecnica che portò ad una palese involuzione nel suo gioco e ad una conseguente carenza di risultati che gli fecero progressivamente perdere la fiducia e precipitare nel ranking ATP. Il 1980, a parte i quarti a Wimbledon (miglior risultato in un torneo dello Slam: perse da McEnroe, dopo aver battuto anche Nastase) e la semifinale a Rancho Mirage (dove battè Vilas), arrivarono tante delusioni che lo fecero scivolare sotto il trentesimo posto. Negli anni seguenti, afflitto da ulteriori problemi fisici che lo costrinsero ad alcuni periodi di inattività, si ritrovò fuori dai primi 300. Continuò a rimanere competitivo in doppio, anche se in modo meno brillante rispetto al passato, e nel 1984 e 1985 recuperò un po' di terreno anche nel singolare, ottenendo qualche buon risultato e riaffacciandosi fra i primi 40/50 giocatori del mondo. Pian piano rallentò l'attività, vinse il suo ultimo titolo di doppio nel 1987 a Washington , in coppia col connazionale Gary Donnelly e nel 1988 appese la racchetta al chiodo. L'abbiamo visto in tempi recenti apparire in qualche incontro del circuito senior, mentre svolge in modo brillante il ruolo di commentatore per la televisione inglese (Sky) a Londra, dove da tempo risiede con la famiglia.



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