"Siamo
agli US Open del 1977: è l'ultima edizione che si disputa sui campi
in terra verde di Forest Hills. Tra il giovane emergente John McEnroe
e la vecchia volpe Eddie Dibbs si gioca un incontro di terzo turno.
Sugli spalti circa 7.ooo persone: il match è cominciato da poco,
quando una grande agitazione ed un eccessivo rumore sulle tribune
costringono l'arbitro a fermare il gioco. Uno spettatore è stato
colpito ad una gamba con un proiettile, ipotizzerà in seguito la
polizia, sparato da un palazzo vicino oppure giunto casualmente da
una sparatoria avvenuta per le strade di New York. A quel tempo, New
York si stava ancora riprendendo dal blackout che aveva interessato
tutta la città nel mese di luglio e dal tremendo saccheggio che ne
seguì. Come se non bastasse, era stato seminato il terrore per gran
parte dell'estate da parte del serial killer noto come “Figlio di
Sam” e ora una scena tratta da "Domenica nera", un film
su un attacco pianificato al Super Bowl uscito all'inizio di
quell'anno, sembrava svolgersi presso il West Side Tennis Club di
Forest Hills. “Era stata una folle estate a New York”, racconta
il guru del tennis americano Bud Collins, "ed eravamo tutti lì
a chiederci quando sarebbe arrivato il prossimo proiettile".
Ma
Dibbs e McEnroe non volevano rimanere per scoprirlo. Come McEnroe
ricordò in seguito, quando l'arbitro spiegò loro ciò che era
successo, Dibbs disse, senza pensarci due volte: "Dannazione,
andiamocene subito via di qua!" L'arbitro immediatamente si
corresse: c'era stato un malinteso, disse, lo spettatore non era
stato sparato (“shot”), ma era andato “in shock“. I giocatori
non avevano sentito il colpo, ma si erano solo resi conto
dell'agitazione fra il pubblico, per cui presero per buona quella
versione: il match allora riprese con McEnroe che batté Dibbs due
set a uno (allora i primi turni del torneo erano al meglio dei tre
set). Solo in seguito si venne a sapere che si era trattato
effettivamente di uno sparo, proveniente da una calibro 38".
Nessun commento:
Posta un commento