mercoledì 27 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO (ITALIA) : SIMONE COLOMBO






Il milanese Simone “Simba” Colombo, classe 1963, ebbe alcuni buoni momenti nel corso degli anni ’80. Giocatore umile e simpatico, sapeva di non essere un fuoriclasse, ma girava il circuito con grande serietà ed una presenza di spirito sempre encomiabile. Ricordiamo una definizione di Tommasi, che non nascondeva la simpatia per Simone, in occasione di un qualche torneo “il migliore degli italiani stavolta è stato Simone Colombo: non me ne voglia il simpatico Simba, ma questa non è una buona notizia per il tennis italiano!”. Simone non perse però mai il suo buonumore e la sua cordialità, nemmeno di fonte a battute di questo tenore. Una volta, al Roland Garros del 1987, sotto gli occhi di Rino, giocò un gran match con l’allora imbattibile Mats Wilander al quale strappò il primo set, andando però evidentemente sopra il proprio ritmo: nella metà del quarto set fu infatti colto da crampi e, mentre giaceva disteso al suolo, ebbe lo spirito di gridare a Tommasi, grande esperto di boxe, “Rino, conta sino a 10, può darsi che mi rialzi!”. Fu costretto al ritiro, ma Tommasi raccontò quell’aneddoto con infinita simpatia e ammirazione. 

Giocatore piuttosto leggero, aveva un discreto gioco d’attacco, che gli permise di essere anche un buon doppista (5 titoli ATP, tutti in tornei italiani, di cui 3 con Paolo Canè e due con Claudio Mezzadri). Nel suo anno migliore, il 1986, giunse sino al 60° posto del ranking mondiale in singolare, conquistando anche il suo unico titolo ATP, quello di Saint Vincent (in finale sull’esperto australiano Paul McNamee, dopo aver sconfitto un giovane Perez-Roldan in semifinale). L’anno dopo si proclamò campione italiano assoluto. Era abbastanza “casalingo”, avendo poche volte varcato l’oceano, e negli anni a seguire il suo rendimento calò sino al punto di uscire dai primi 200 del mondo, limitando la sua attività ad alcuni challenger (ottenne qualche successo, come Modena e Neu Ulm) ed ai tornei italiani. All’inizio degli anni ’90 rallentò definitivamente la propria attività. 

Fu anche protagonista di alcuni incontri in Coppa Davis: nel 1987 a Prato fu schierato in singolare e doppio, ma nulla poté contro i fortissimi svedesi, cedendo in singolare a Wilander e Jarryd ed in doppio (con Canè) contro Wilander-Jarryd; quindi vinse con Canè il doppio decisivo a Seoul nel difficile spareggio coi coreani ed infine, l’anno dopo, perse a Belgrado, sempre con Canè, contro Zivojinovic-Prpic. Attualmente è il capitano del brillante team di Coppa Davis Junior che ha conquistato il titolo 2012.

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