martedì 26 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : KENT CARLSSON







Rapidissima ma molto intensa fu la carriera di questo fortissimo ma sfortunato giocatore svedese, facente parte a pieno titolo dell'ondata scandinava che invase il tennis negli anni '80/'90.Dotato di un solidissimo tennis da fondo campo, con dei colpi arrotatissimi ed un'impugnatura di diritto ai limiti dell'impossibile, Carlsson era un talento precoce. 
Classe 1968, vinse (anzi stravinse) i vari campionati europei di categoria, aggiudicandosi a 15 anni l'Orange Bowl under 18 (in finale su Emilio Sanchez) e l'anno dopo il Roland Garros juniores. Già nel 1984 fece il suo esordio nel circuito, avvicinandosi ai top 100, vincendo il challenger tedesco di Neu Ulm e superando due turni al Roland Garros, sconfiggendo anche giocatori del calibro di Mecir, Hlasek e Chesnokov. Il 1985 lo vide finire fra i primi 50 del mondo, grazie alla prima finale ATP (ad Hilversum, persa col tedesco Osterthun), alla vittoria nel challenger di Messina (ed una nuova finale a Neu Ulm), alla semifinale a Bastad ed ai quarti a Kitzbuhel e Barcellona. L'anno del boom fu il 1986: ormai 18enne Carlsson si poneva come uno dei principali specialisti della terra rossa. Vinse il suo primo titolo ATP a Bari (su De La Pena) e poi il prestigioso torneo di Barcellona (sul sorprendente tedesco Maurer), perse le finali di Madrid e Bordeaux (contro Paolo Canè) e andò in semifinale a Bologna, Boston e Amburgo, avvicinandosi ai primi dieci del mondo. Quell'anno tra l'altro mostrò che avrebbe potuto essere competitivo anche sul veloce, giungendo nei quarti sul cemento di Cincinnati e sui campi indoor di Stoccolma. E tra i primi dieci entrò alla grande nel 1987, quando esordì con successo anche in Coppa Davis: le vittorie di Nizza (su E.Sanchez) e Bologna (ancora su E.Sanchez, in un torneo nel quale perse in totale appena 10 games), le finali perse con Wilander a Boston e Indianapolis, la semifinale di Amburgo, i quarti a Montecarlo e Roma...era un top ten ma il suo fragile ginocchio sinistro fece crac: al torneo di St.Vincent diede forfait contro Cancellotti e si sottopose poco dopo ad un delicato intervento chirurgico. 
Rientrò ad aprile del 1988, con un preciso divieto: non poteva giocare sulle superfici rapide. Ritornò quindi in campo sulla terra rossa di Madrid e vinse addirittura il titolo (su Luna), avviando la sua migliore stagione, che lo vide arrivare sino al sesto posto mondiale: vittorie ad Amburgo (su Leconte), Kitzbuhel (su E.Sanchez), St.Vincent (Su Champion) e Barcellona (su Muster), finali a Ginevra e Palermo e semifinali a Roma e Bologna (dove si ritirò dal torneo). Erano purtroppo gli ultimi fuochi: l'anno dopo mise insieme pochissime apparizioni, giocò l'ultima finale, ad Atene (persa con Agenor) e tentò un nuovo intervento, stavolta senza fortuna. Fu costretto al ritiro, a soli 22 anni. Attualmente vive in Svezia e si occupa in maniera attiva della sua più grande passione: i cavalli.

2 commenti:

  1. Con quel top spin esasperato, ai limiti dell'impossibile, non poteva durare a lungo.

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  2. Scarpe diadora kent carlsson.stupende.comprate 1989.

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