martedì 26 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : ALEX METREVELI




In passato le condizioni erano certo molto diverse per gli atleti dell'ex-Unione Sovietica: abbiamo l'esempio di alcuni ottimi tennisti che, sfiancati dalle difficoltà di spostamento e dell'impossibilità di mettere in tasca qualche soldo, caddero prematuramente nell'oblio. I nomi di Nastasha Chmyreva, Vadim Borisov e Vladimir Koroktov sono in questo senso abbastanza significativi. Peraltro ci furono due giocatori che, pur fra mille difficoltà e ostacoli, riuscirono comunque ad avere una carriera più che onorevole: in campo femminile è il caso di Olga Morozova, capace, fra l'altro, di arrivare in finale a Parigi e Wimbledon nel 1974 (sempre sconfitta dalla Evert) e di diventare la n°7 del mondo.
In campo maschile il più forte giocatore sovietico della storia fu certamente Aleksandr Iraklievich “Alex” Metreveli. Georgiano di Tbilisi, classe 1944, Alex è ricordato per aver raggiunto la finale a Wimbledon nel 1973, sconfitto in tre set da Jan Kodes: era l'anno del famoso boicottaggio, quando, per una polemica legata al giocatore Nikki Pilic (ne abbiamo parlato in un altro post), ben 79 giocatori iscritti alla neonata ATP rinunciarono a partecipare al torneo. Metreveli, come tutti i sovietici, non era iscritto all'ATP e partecipò al torneo, battendo fra gli altri Jimmy Connors ed ottenendo il miglior risultato della sua carriera. 
Nel suo palmares peraltro ricordiamo tanti altri risultati di rilievo: la finale al torneo juniores di Wimbledon nel 1972, la vittoria a Mosca nel 1965 (su Lejus), i quarti al Roland Garros nel 1966, le vittorie di Palermo (su Belkin), Calcutta (su El Shafei) e Aix-en-Provence (batté Nastase e poi Kodes) nel 1967 e la prestigiosa stagione del 1968, che lo vide valutato a più riprese come uno dei primi dieci del mondo. Vinse a Bombay (su Tiriac), Mosca (su Lejus), Madras (su Tiriac), Mentone (su Holecek) e Nizza (su Phillips-Moore), perdendo le finali di Cannes, Montecarlo (con Pietrangeli) e Copenaghen e le semifinali a Roma ed al Queen's. Poco attivo nel 1969, tornò a far parlare di sé nel 1970, vincendo a Nuova Delhi (con Lall) e nel 1971 col successo di Hobart (su Alexander). Tornò pienamente operativo nel 1972, quando conquistò i tornei di Adelaide di gennaio (su Warwick), Sydney (su Dominguez), Hobart (su N'Godrella) e Adelaide di dicembre (su Dibley), raggiungendo le semifinali agli Australian Open, sconfitto da Mal Anderson, ed al Roland Garros, battuto da Gimeno (dopo aver sconfitto Adriano Panatta nei quarti) e i quarti a Wimbledon. Nel 1973 giocò sino alla finale di Wimbledon (fece anche le semifinali a Colonia ed al Queen's ed i quarti agli Open d'Australia), per poi riprendere l'attività nel 1974, quando disputò un'ottima stagione che gli fece conquistare il suo best ranking ATP col numero nove. Vinse a South Orange (sul n°1 del mondo Connors), perse le finali di Nottingham, St.Louis e St,Petersburg, le semifinali ad Hampsted ed i quarti a Wimbledon, US Open e Roma. Ridotta attività negli anni seguenti: lo ricordiamo nei quarti in Australia ed in semifinale al WCT di LaCosta nel 1975 ed in finale a Cleveland nel 1976, poi le sue apparizioni diventarono sempre più rare, sino al ritiro. 
Ricordiamo anche il suo ruolo nelle due semifinali di Coppa Davis giocate dall'URSS, purtroppo pesantemente condizionate da fattori politici: nel 1974 furono sconfitti in semifinale dall'India (ma non avrebbero comunque giocato l'eventuale finale con il Sudafrica, in protesta con l'apartheid) e nel 1976 quando rinunciarono alla semifinale con il Cile (poi sconfitto dall'Italia) in protesta con il regime dittatoriale di Pinochet. Nella sua carriera ha sconfitto campioni di varie epoche: fra gli altri Santana, Pietrangeli, Ralston, Newcombe, Okker, Kodes, Nastase, Riessen, Connors, Ramirez, Vilas, Panatta e Gene Mayer. Attualmente insegna tennis ai ragazzi nella sua Tbilisi.

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