mercoledì 3 dicembre 2014

PILLOLE DAL PASSATO : MARTY RIESSEN






Nato il 4 dicembre del 1941, il baffuto americano Marty Riessensi espresse molto bene già livello universitario, conquistando peraltro il non positivo primato di perdere tre finali NCAA consecutive (1962, 1963 e 1964, la prima volta con Osuna, le altre due con Ralston). Riessen fu un eccellente singolarista, capace di sconfiggere di tutti i grandi di varie epoche e vincere svariati tornei già a partire anni '60, quando girava il mondo come amateur: ricordiamo i due successi consecutivi a Cincinnati (1962 e 1962), Chattanooga (1963), Catania (1969), Atlanta, Kansas City e South Orange (1967), Bloemfontein, Port Elizabeth, Altamira e Reggio Calabria (1968), Perth (1969, in finale su Ken Rosewall). Continuò ad essere vincente anche nell'era Open, centrando successi di prestigio come il WCT di Londra (1970), Tucson (1970), Tehran (1971), Quebec City (1972, in finale su Rod Laver), la prima edizione del torneo indoor di Milano (1973), di nuovo Cincinnati (1974), Philadelphia (1975). A 37 anni suonati, nel 1979, giocò ben tre finali ATP, perdendone due (a Baltimora e Dayton), ma vincendo quella di Lafayette, in finale su Pat Dupre. Arrivato sino all'undicesimo posto del ranking ATP (nel 1974) e considerato a più riprese un top ten in epoca pre-computer, fu membro di diversi team USA di Coppa Davis e raggiunse quattro volte i quarti di finale nelle varie prove del Grande Slam, ad eccezione del Roland Garros. Giocatore brillante, dotato di un ottimo tennis d'attacco, fu anche un grandissimo doppista, in coppia con vari compagni, specialmente con l'olandese Tom Okker (con cui vinse l'US Open 1976) ed il connazionale Sherwood Stewart; per lui anche un successo al Roland Garros del 1971 insieme al connazionale Arthur Ashe, per un totale di ben 53 titoli nella specialità. Nel suo palmares anche un titolo di misto a Wimbledon (1975 con Margaret Court) e 4 agli US Open (tre con la Court e uno con Wendy Turnbull). Infine, per testimoniare la sua grande popolarità, qualcuno fra i meno giovani ricorderà che la Dunlop, all'epoca una delle marche leader, gli dedicò un modello di racchetta, chiamato appunto “Marty Riessen”, che ritraeva la sua effigie (ancora senza i famosi baffoni).