martedì 26 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO (ITALIA) : CRISTIANO CARATTI



Dopo una discreta carriera giovanile, intraprese un ottimo lavoro con il bravissimo coach Riccardo Piatti, presso il club “Le Pleiadi” di Torino: nello stesso team ricordiamo anche la presenza di Renzo Furlan, che poi diventò più forte di Cristiano ed entrò fra i primi 20 del mondo, e Federico Mordegan, che ottenne invece risultati di minor rilievo in singolare, ma fu un buon doppista. 
Molto più adatto alle superfici rapide, Caratti iniziò a farsi notare nei tornei sul cemento dell'estate americana del 1990: vinse il challenger di Winnetka e giocò piuttosto bene al grosso torneo di New Haven (batté giocatori del livello di Brad Gilbert e Amos Mansdorf, prima di cedere nei quarti a Chesnokov) e superò due turni agli US Open, sconfiggendo anche Derrick Rostagno e cedendo in 5 set all'ex-top ten americano Jay Berger, in un match trasmesso (con immagini di qualità non memorabile...) dalla vecchia Koper-Capodistria; chiuse l'anno vincendo un buon challenger in Svizzera, a Bossonnens. L'anno dopo ci fu una sorta di piccolo boom, portando molti a credere di aver finalmente ritrovato un giocatore di altissimo di livello: agli Australian Open riuscì ad arrivare addirittura ai quarti di finale (dopo 11 anni dall'ultima presenza italiana a quel livello, con Corrado Barazzutti al Roland Garros del 1980), sconfiggendo fra gli altri anche un giovane e promettente Richard Krajicek, prima di perdere un match combattutissimo contro Patrick McEnroe, che avrebbe potuto riportare un italiano di sesso maschile ad una semifinale Slam (ancora attendiamo l'evento dal 1978). Quindi giunse in finale al prestigioso torneo indoor di Milano, dove superò, fra gli altri, Ivan Lendl (altro torneo trasmesso da Koper) e cedette solo al mancino russo Alexander Volkov; vinse poi il challenger di Indian Wells (in finale sull'ex big Jimmy Arias) e arrivò nei quarti a Key Biscayne, battendo anche Jimmy Connors e Sergi Bruguera e cedendo in tre set a David Wheaton. Era n°26 del ranking ATP, ma da quel momento la sua vena sembrò appannarsi: pur rimanendo su discreti livelli non riuscì più a trovare questa continuità di rendimento. Si tolse ancora alcune grandi soddisfazioni in quella stagione, dove sconfisse John McEnroe sull'erba (a Manchester), quindi anche Svensson, Jaite e Leconte,e partecipò alla Grand Slam Cup di Monaco di Baviera, ricchissima competizione che si tenne per alcune stagioni, ospitando i giocatori che nel corso della stagione avevano ottenuto i migliori risultati nei tornei del Grande Slam (perse con Lendl). 
Ma a partire dall'anno seguente iniziò una lenta discesa che lo portò fuori dai primi cento del mondo, nonostante l'esordio in Coppa Davis nell'incontro vinto (grazie ad uno strepitoso Camporese) con la Spagna a Bolzano nel 1992, dove perse in 5 set da Emilio Sanchez e superò Bruguera a punteggio acquisito (rimasero queste le sue uniche presenze nella competizione). Si segnalò in seguito per qualche finale in tornei challenger (vinse a Wolsfburg e Montebello nel 1993, Azzorre nel 1997 e Knoxville 2000 in finale su Roddick) e per qualche sporadico buon risultato e occasionale vittoria su top players, che gli permisero di tornare per brevi periodi fra i top 100 (Stich a Basilea '94 dove giunse in semifinale, Krickstein e Krajicek a Kuala Lumpur 1995 dove fece ancora una semifinale, quindi Volkov, Rosset, Edberg ed un giovane Safin). 
Da menzionare due “curiosità”: nel 1995 a Los Angeles sconfisse Jimmy Connors, nel penultimo incontro ufficiale nella carriera di Jimbo; batté Goran Ivanisevic sull'erba del Queen's nel 2001: Goran, in netto declino, era ormai fuori dai primi 100 del mondo ma due settimane dopo, invitato a Wimbledon con una wild card, compì la clamorosa impresa di vincere il torneo!!. Caratti si ritirò nel 2005.

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