martedì 26 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : PETR KORDA



Il mancino ceco Petr Korda, classe 1968, è ricordato come uno giocatori più divertenti e talentuosi attivi a cavallo fra gli anni '80 e '90. Dotato di un tennis brillante e ricco di variazioni di ritmo e di colpi di grande qualità, Korda riuscì ad essere competitivo su tutte le superfici ed a sconfiggere tutti i grandissimi campioni suoi contemporanei, tanto da riuscire a raggiungere addirittura la seconda posizione del ranking mondiale ATP. 
Dopo una buona carriera giovanile, iniziò a farsi notare nella seconda metà degli anni '80, vincendo il challenger di Budapest (1987) ed entrando fra i primi 60 del mondo nel 1989, quando conquistò la sua prima finale ATP (a Francoforte, sconfitto da Kevin Curren), e la semifinale a Vienna. Dopo una discreta annata 1990 (semifinali a Philadelphia, Monaco e Mosca) e lo stabile ingresso fra i primi 50, il 1991 si rivelò l'anno della sua definitiva esplosione, con l'ingresso fra i top ten, al nono posto: giunsero i titoli di New Haven (su Ivanisevic) e Berlino (su Boetsch), le finali di Tampa, Washington e soprattutto dell'Open del Canada di Montreal (perse da Chesnokov, ma batté Agassi e Courier) e le semifinali di Umago, Vienna e Johannesbourg. Il 1992 consacrò in modo chiaro il suo grande talento, permettendogli di arrivare sino al quinto posto mondiale, grazie alla sua prima finale Slam, quella del Roland Garros (persa con Jim Courier), ai successi di Washington (su Holm), Long Island (sconfisse uno dopo l'altro Edberg e Lendl) e Vienna (sul nostro Gianluca Pozzi), le finali di Monaco, Basilea e Tolosa e le semifinali di Stoccarda indoor e Roma (dove superò Sampras e perse con Albert Costa). L'anno seguente il suo rendimento calò in modo sensibile, portandolo fuori dai top ten: ricordiamo le finali di New Haven e Sydney indoor, le semifinali di Miami (dove sconfisse Edberg) e Montreal ed i quarti agli Australian Open. Impreziosì però il 1993 conquistando il titolo della Grand Slam Cup, la faraonica manifestazione giocata a fine anno a Monaco di Baviera: là Korda dopo aver battuto Volkov e Bruguera, vinse due match epici contro il n°1 del mondo Pete Sampras (con il quale vinse per 13-11 al quinto set) ed in finale con Michale Stich (vittoria per 11-9 al quinto set). 
Dopo un'altra annata buona, il 1994, con le finali di Milano, Indian Wells e Monaco, iniziò un lungo periodo di appannamento che lo vide quasi uscire dai primi 50 del mondo: tante sconfitte inattese fecero da contorno a qualche discreto risultato quali le semifinali a Dubai e Milano ed i quarti agli US Open nel 1995, il successo a Doha (su El Aynaoui), la finale di Ostrava e la semifinale di Parigi Bercy nel 1996. Navigando fra il 30° ed il 50° posto del ranking ATP in singolare, Korda colse nel 1996 un prestigioso successo in doppio agli Open d'Australia, superando, in coppia con Stefan Edberg, Lareau e O'Brien. 
Quando sembrava ormai lontano dai livelli di eccellenza delle stagioni precedenti, infilò invece due annate straordinarie: nel 1997 rientrò fra i primi dieci giocatori del mondo, vincendo il Master Series di Stoccarda indoor (su Krajicek) ed andando in finale ad Halle, Washington e Mosca ed in semifinale ad Anversa, New Haven, Basilea ed alla Grand Slam Cup. In quell'anno ricordiamo il grande match perso per 6-4 al quinto set a Wimbledon con il n°1 del mondo Pete Sampras, futuro vincitore del titolo: i due si ritrovarono, sempre al quarto turno, anche agli US Open ed in quell'occasione Korda si prese una clamorosa rivincita, vincendo al tie-break del quinto set, dopo un match spettacolare (sfiancato, poi fu costretto a ritirarsi nel corso del match con Jonas Bjorkman, nei quarti di finale). Il 1998 si aprì col successo a Doha (su Santoro) e con la clamorosa prima (ed ultima) vittoria in singolare in un torneo dello Slam, pochi giorni dopo il suo trentesimo compleanno: agli Australian Open, complice un buon tabellone, si trovò la strada abbastanza aperta sino alla finale, nella quale rifilò un triplice 6-2 al cileno Marcelo Rios; ricordiamo tutti i “salti del canguro” (“scissor kick”, sforbiciate) col quale Korda festeggiò quella sua inaspettata vittoria. In quell'edizione ricordiamo come Korda rimontò due set di svantaggio allo svedese Bjorkman (allora n°4 del mondo) e poi superò lo slovacco Karol Kucera, il “giustiziere” di Pete Sampras; nel frattempo, lo spagnolo Alberto Berasetagui provvedeva alle sorprendenti eliminazioni di Pat Rafter ed Andre Agassi..
A questo punto era il n°2 del mondo ma la sua carriera, di fatto, si poteva dir conclusa: arrivò nei quarti ad Indian Wells, Cincinnati e soprattutto a Wimbledon, ma complice una squalifica di un anno per la positività ad un controllo antidoping (eseguito proprio durante i Championships del 1998: fu costretto infatti a rinunciare ai punti ATP ed ai premi vinti da allora in poi) non si registrarono più risultati degni di nota: l'inizio della squalifica, nella seconda metà del 1999, coincise di fatto con l'abbandono dell'attività agonistica. Attualmente segue con assiduità (anche nel ruolo di caddie) la figlia Jessica, giovanissima professionista nel campo del golf.


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