Gran
giocatore, soprattutto nella prima metà degli anni '70, fu
l'americano Tom Gorman. Classe 1946, originario di Seattle, era un
tennista molto elegante e versatile, capace di trovarsi bene un po'
su tutte le superfici. Studente presso l'Università di Seattle, dove
si laureò, divenne professionista nel 1968, dopo aver giocato come
amateur dal 1966: nel 1967 lo ricordiamo vincitore a Eugene e
semifinalista a Minneapolis e Newport, mentre nel 1968 si registra la
prima finale importante, quella di Cincinnati, persa con l'ex grande
talento William Harris (personaggio del quale parleremo quanto
prima). Il 1969 lo vede vincitore a San Luis Potosi (su Bovett) e
finalista a Salt Lake City e Beckenham, mentre con l'ingresso negli
anni '70 ha inizio il miglior periodo della sua carriera. Nel 1970
vince a Caracas (su Battrick) ed Edimburgo (su Paish), è finalista a
Manchester, Grove City e alla Dewar Cup di Londra (sconfitto le prime
due volte da Lutz e l'ultima da Alexander). Le tre annate seguenti
sono le migliori: Gorman viene considerato uno dei primi 10 giocatori
del mondo ed anche il computer ATP lo premia in tal senso con il suo
best ranking di n°10. Nel 1971 segnaliamo la vittoria a Columbus (su
un giovane Jimmy Connors), le semifinali al Queen's ed a Wembley e
soprattutto la semifinale a Wimbledon, dove fa sensazione la sua
vittoria nei quarti addirittura su Rod Laver, prima di cedere a Stan
Smith. Brillantissimo anche nel 1972, quando non vince alcun tiolo
ATP, ma mette insieme ottimi piazzamenti: finali a Seattle e Londra
(perse con Ilie Nastase) e semifinali a Washington, Los Angeles,
Parigi indoor ed al Masters; la “perla” è però costituita dalla
seconda semifinale Slam della carriera, conquistata agli US Open e
persa ancora una volta con Nastase. Splendido anche il 1973, con due
successi pieni al WCT di Vancouver (su Kodes) ed a Stoccolma (su un
giovanissimo Borg), una bellissima semifinale al Roland Garros
(superato dal solito Nastase) e quelle di Milano, Chicago,
Nottingham, Washington e Seattle. Leggero calo nel 1974, con l'uscita
dai top ten, ma il livello resta ottimo: finali a Richmond WCT (tanto
per cambiare con Nastase), Miami WCT (con Drysdale), Rotterdam (con
Okker) e Beckenham (con Vijay Amritraj), semifinali a Washington,
Johannesbourg, Columbus, Los Angeles e Vienna. Pur molto attivo
affronta un calo di rendimento a partire dal 1975, trovando
collocazione per qualche anno fra il 30° ed il 50° posto del
ranking mondiale ATP: nel 1975 attraversa una terribile crisi,
inanellando 12 sconfitte consecutive, quindi si riprende vincendo a
sorpresa il prestigioso torneo di Cincinnati (su Sherwood Stewart);
poi , dopo una semifinale a Columbus ed alcune altre sconfitte, mette
nel carniere un altro bel successo ad Hong Kong (su Sandy Mayer). Nel
1976 vince a Baltimora (ovviamente su Nastase) e Sacramento (su Bob
Carmichael) e ottiene qualche altro buon piazzamento, mentre nel 1977
lo troviamo ancora in finale ad Hong Kong (battuto addirittura dal
43enne Ken Rosewall) ed in semifinale ad Adelaide, Baltimora e
Washington. Prima del ritiro, avvenuto alla fine del 1980, ricordiamo
altre due finali perse nel 1978 (a baltimora e Taipei,
rispettivamente con Drysdale e Teacher) ed una nel 1979 (a San Josè
con Bernie Mitton). Da menzionare, infine, nove titoli vinti nel
doppio.
Molto
rilevante la sua attività come Davisman (7 vittorie e 5 sconfitte in
singolare, una vittoria in doppio): ha preso parte alle finali del
1972, vinta a Bucarest con la Romania (perse da Tiriac, dopo aver
vinto i primi due set, e da Nastase) e del 1973, persa a Cleveland
con l'Australia (perse sia con Laver che con Newcombe). E' stato
inoltre capitano dal 1990 al 1992, potendo contare su giocatori quali
Sampras, Agassi, McEnroe, Courier e Chang: ha giocato tre finali
consecutive, vincendo nel 1990 e 1992, contro Australia e Svizzera, e
perdendo nel 1991 in Francia.
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