Ricordiamo un'altra piccola storia del nostro sport. Un episodio
curioso, abbastanza noto in Francia, ma da noi forse sconosciuto. La
storiella è certamente un po' romanzata, ma vi giuriamo che e' la
verità e nient'altro che la verità! È il 1959 e si gioca il torneo
di Wimbledon. È un'edizione particolarmente "bagnata" del
torneo, i campi sono più umidi e scivolosi del solito. Al primo
turno si affrontano un ventenne mancino spagnolo di belle speranze,
alla sua seconda apparizione sull'erba londinese, Manolo Santana, ed
un diciottenne francese, Alain Bresson, al suo esordio. Prima del
match il ragazzo, emozionatissimo, è vittima di uno scherzo da parte
di alcuni "colleghi", che lo convincono della necessità di
presentarsi in giacca e cravatta alla chiamata dell'arbitrò: solo là
si accorgerà della burla, ma i problemi sono appena all'inizio.
Il
campo umidissimo crea problemi di equilibrio ai due giocatori, ma il
povero Bresson ne risente in modo clamoroso, come si può verificare
già dal palleggio di riscaldamento. Primo punto del match: l'arbitro
grida "play" e Bresson serve con troppa precipitazione,
tanto da scivolare sulla linea e cadere, prova a rialzarsi ma cade
ancora. 0-15. Secondo punto, Bresson serve, scende a rete ma perde
ancora l'equilibrio: per non sbattere contro la rete, decide di
saltarla ma scivola finendo ai piedi di u esterrefatto Santana. 0-30.
Terzo punto: servizio del francese, risposta di Manolo e nuova
scivolata, con Bresson che cade in ginocchio e manca la palla. Il
pubblico inizia a ridacchiare: e' 0-40. Alain stavolta serve con
convinzione, va ancora a rete ma cade nuovamente, lungo disteso per
terra, macchiando vistosamente di verde il suo completo bianco,
immacolato solo per pochi minuti. Rosso di vergogna va al cambio
campo (all'epoca i giocatori non si sedevano), mentre il pubblico
inizia a ridere apertamente. Il calvario e' solo all'inizio, Bresson
non riesce a stare in piedi e colleziona un capitombolo dietro
l'altro, col pubblico che ride a scena aperta, mentre gli stessi
raccattapalle e giudici di linea faticano tremendamente a rimanere
seri. È un rapido 6-0 per Santana.
A questo punto dal pubblico grida
uno dei famosi 4 moschettieri francesi, Toto Brugnon, “Alain non
puoi andare avanti così, forse staresti in piedi se giocassi senza
scarpe!”. Il pubblico ride, ma il frastornato Alain prende il
suggerimento alla lettera e si presenta dopo il cambio di campo coi
soli calzini! Nel primo gioco del secondo set la situazione precipita
ulteriormente: coi calzini l'equilibrio e' naturalmente ancora più
precario e Bresson passa più tempo in orizzontale che non in pedi. I
pubblico ride a crepapelle e dagli altri campi accorrono numerosi
spettatori, richiamati dalle risate. Sul 3-0 rimette le scarpe ma le
cose non cambiano: scivola, si rialza, scivola nuovamente. È un
altro 6-0. Si arriva rapidamente al 3-0 nel terzo set, col pubblico
ormai mosso a compassione per il povero ragazzo francese, rosso in
volto e con gli occhi gonfi di lacrime. Anche Santana, forse, ha
pietà. Arriva finalmente il game del 1-3, accolto con un boato del
pubblico. Ma Bresson a quel punto desidera solo una cosa: lasciare
quel maledetto campo. Finisce in pochi minuti, dopo un altro paio di
scivolate. È 6-0 6-0 6-1. Bresson stringe la mano all'avversario, in
stato di palese difficoltà, raccoglie le sue cose e fa per fuggire
ma, purtroppo, scivola ancora, fa una piroetta e le sue racchette
volano al suolo, mentre lui cade disteso per terra, fra le impietose
risate del pubblico. Riesce a rialzarsi, in qualche modo, e scappa,
questa volta per sempre. Si barrica per ore nello spogliatoio ed se
andrà solo a tarda notte, passando da un'uscita di sicurezza.
Manolo
Santana diventerà un grande giocatore, vincerà 4 titoli dello Slam
e trionferà persino a Wimbledon nel 1966. Bresson invece non avrà
fortuna. Tornerà qualche volta a Wimbledon: riuscirà a stare in
equilibrio, ma non vincerà mai un match.
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