sabato 23 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : SANDY MAYER


Il newyorkese Alexander “Sandy” Mayer, classe 1952, fu un eccellente giocatore nel corso degli anni '70/80. Come il fratello minore Gene, del quale abbiamo già parlato, fu spinto a giocare dal padre in tenera età ed ebbe una buona carriera a livello giovanile, quando rivaleggiava avversari come Jimmy Connors (da cui perdeva quasi sempre) e Brian Gottfried. Ebbe in seguito una formazione tennistica di tipo universitario (studiava a Stanford, dove si laureò, e nel 1973 vinse i prestigiosi Campionati Universitari NCAA, giocando in un team che comprendeva anche, tra gli altri, Roscoe Tanner e Pat DuPre), prima di passare al professionismo. Giocatore molto elegante, forse meno estroso del fratello, ma dotato di un piacevole tennis d'attacco e di un gioco poliedrico, che gli permetteva di adattarsi bene a tutte le superfici, ottenne i primi risultati importanti nel 1973, quando conquistò la prima finale ATP a Baltimora, sconfitto dal solito Connors, e soprattutto la semifinale a Wimbledon (l'unica in uno Slam in carriera): era l'anno del boicottaggio e Sandy eliminò il n°1 del mondo Ilie Nastase, prima di cedere in semifinale al sovietico Alex Metreveli. Seguirono alcune buone annate, nelle quali un rendimento piuttosto continuo e regolare gli permise di entrare, per la prima nel 1978, fra i primi dieci del mondo, pur frenato da continui guai fisici: nel 1974 vinse Baltimora, Paramus e Jackson, perdendo la finale di Birmingham; nel 1975 perse le finali di Maui e Hong Kong; nel 1977 vinse a Little Rock (battendo Borg in semifinale), Hampton e Stoccolma, perdendo la finale di San Josè. Nel 1978 il successo di St.Louis, le semifinali di Milano, Memphis, Guadalajara e Queen's e i quarti a Wimbledon consolidarono il suo ruolo a ridosso dei primissimi. 
I due anni seguenti però, Sandy passò più tempo in infermeria che non in campo ed i risultati ne risentirono: pochi acuti e numerose sconfitte lo portarono a scivolare nel ranking ATP, uscendo dai primi 50 del mondo e facendo immaginare un prematuro declino. Ma, inaspettatamente, nel 1981 arrivò una resurrezione difficile da prevedere: il successo a Bologna indoor (su Nastase), le finali di Los Angeles (con McEnroe), Colonia (con Lendl) e Stoccolma (col fratello Gene, dopo aver finalmente sconfitto per la prima volta Jimbo) e le semifinali di Bruxelles, Milano e Wembley lo riportarono fra i top-ten, permettendogli, nel 1982 (quando vinse a Cleveland, fu finalista a Stoccarda e semifinalista a Denver, Strasburgo, Milano, Las Vegas e San Francisco) di conquistare, a 31 anni, il suo best ranking con il settimo posto mondiale. Gli ultimi guizzi giunsero nel 1983, con i quarti a Wimbledon, sconfitto da John McEnroe e l'ultimo successo della carriera, quello ottenuto sulla terra di Gstaad, in finale su Tomas Smid. Negli anni seguenti il rendimento calò progressivamente, sino al ritiro avvenuto nel 1986.



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