martedì 19 novembre 2013

MATCH (E TORNEI) STORICI : CAMPORESE- IVANISEVIC 3-6 6-3 6-4 (MILANO 1992)



Il 1991 è stato un anno positivo per Omar Camporese, che ha chiuso la stagione con gli ottimi quarti di finale al Master Series di Parigi Bercy (battendo Hlasek e soprattutto Jim Courier, prima di cedere a Forget), entrando fra i primi 30 giocatori del mondo. Il 1992 è iniziato in modo più che incoraggiante: una buona semifinale sul cemento di Sydney (sconfitto da Emilio Sanchez) ed il quarto turno agli Open d'Australia (fermato da Lendl), hanno preceduto la strepitosa prestazione sul campo indoor di Bolzano, dove il team di azzurro di Coppa Davis ha spazzato via la Spagna, trascinato da un Camporese irresistibile, capace di annichilire Sergi Bruguera ed Emilio Sanchez e di condurre Nargiso ad un netto successo sulla fortissima coppia Casal-Sanchez. 

E' in queste condizioni che Omar si presenta al torneo indoor di Milano, da n°24 mondiale, non compreso fra le teste di serie, ma con una grande fiducia. L'inizio è però a dir poco difficile: Omar appare imballato e forse scarico dopo la grande prestazione in Davis. E' costretto a salvare ben tre match-points contro il modesto olandese Tom Nijssen, doppista uscito dalla qualificazioni (5-7 7-5 7-5); si salva per miracolo, è vero, ma con grande classe visto che annulla il primo match-point con un difficile passante di rovescio e sugli altri due piazza altrettanti aces. L'avversario del secondo turno è molto complesso: il tedesco Arne Thoms non è un fuoriclasse, ma è uno che non fa giocare: tira delle bordate col servizio e gioca sempre al limite. In questo modo ha battuto la testa di serie n°1, il grande Ivan Lendl. Quello con Camporese è un match serratissimo, pochi break e tante bastonate: il nostro giocatore prevale per 7-6 4-6 7-6. In un torneo nel quale le teste di serie cadono come birilli, la sorte gli regala nei quarti lo spagnolo Javier Sanchez, che Omar supera agevolmente (6-3 6-4). Maggiori le difficoltà incontrate in semifinale contro il russo Andrei Cherkasov, ma il nostro si salva soprattutto grazie al servizio che lo cava d'impiccio in diverse situazioni delicate (6-3 4-6 6-3). Si arriva quindi alla finale, dove si trova ad affrontare il giovane amico Goran Ivanisevic che, dopo un difficile esordio con lo svedese Larsson, ha superato facilmente tutti i propri avversari. L'inizio del match conferma le difficoltà, anche considerando che il braccio (che ne condizionerà la stagione e la carriera), più volte massaggiato, inizia a manifestare i primi problemi. Nel primo set Goran sembra irresistibile: ottiene il break e concede ad Omar appena 5 punti sul proprio servizio, piazzando ben 8 aces. Nel primo gioco del secondo set Camporese annulla una palla break, ma poi il match gira. Ivanisevic gioca un brutto game sul 3-2 per Omar, commettendo due doppi falli e sbagliando una comoda volée di diritto: è il break e subito arriva anche il pareggio nel conto dei set. Sul punteggio di 1-1 del terzo set si gioca il game decisivo: Goran non mette la prima ed Omar riesce ad affondare i colpi da fondo, sia col suo celebre diritto ma anche col rovescio, che gli regala un paio di punti fondamentali. Ottiene il break che decide la vittoria: Camporese sul proprio servizio concede le briciole ed il trofeo del Muratti Time Open 1992 finisce nelle sue mani. E' il secondo, ed ultimo, titolo della sua carriera.

Omar entra fra i primi 20 del mondo, conquistando per poche settimane il suo best ranking assoluto (n°18): gioca bene al grosso torneo indoor di Stoccarda, perdendo nei quarti in tre ottimi set da Edberg (dopo aver battuto Santoro ed il n°10 del mondo Novacek), ma i problemi al braccio si acuiscono, tanto da costringerlo ad una prematura uscita di scena al torneo di Rotterdam, dove difende il titolo dell'anno precedente, con il modesto doppista svedese Jan Apell. Vuole esserci a Maceiò, in Coppa Davis, dove batte in 5 terribili set Luiz Mattar ma spreca un mucchio di energie psicofisiche (oltre sei ore la durata del match), non riuscendo poi a dare un valido apporto nel doppio e rinunciando al singolare dell'ultima giornata. I problemi al braccio continuano ad essere opprimenti ed Omar, uscito dai primi 20 del mondo, non riesce a trovare altri spunti importanti: gioca alla grande ad Amburgo (batte Lendl e perde nei quarti un match serratissimo con Edberg), ma mette insieme sconfitte davvero inattese (Filippini, Larsson, Gorritz, J.Sanchez, Damm, due volte Boetsch). Purtroppo l'attimo fuggente è forse passato.

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