sabato 23 novembre 2013

PILLOLE DAL PASSATO : HENRIK SUNDSTROM

    
    Una delle più incredibili “meteore” della storia del tennis mondiale, capace di giocare ad altissimi livelli ma per un periodo di tempo molto ridotto. fu senza dubbio Henrik Sundstrom, ennesimo prodotto della (un tempo) prolifica scuola svedese. Nato nel 1964, divenne professionista nel 1981 e disputò a soli 18 anni (nel 1982) la sua prima finale ATP nel torneo di casa di Bastad, persa contro Mats Wilander, suo coetaneo. Nel 1983 iniziarono ad arrivare primi risultati di rilievo: due successi consecutivi nei challenger di Tunisi e Il Cairo, il primo successo in carriera, a Nizza, in finale su Manolo Orantes e le finali perse a Madrid col futuro campione di Parigi Yannick Noah ed a Ginevra ancora con Wilander, lo proiettarono a ridosso dei primi 20 giocatori del mondo. In questa stagione, segnata anche dall'esordio in Coppa Davis, Sundstrom mostrò di poter adattare la sua solida regolarità anche lontano dalla prediletta terra rossa, raggiungendo il terzo turno a Wimbledon (dove batté in un duro match un 17enne Stefan Edberg) ed i quarti di finale a Delray Beach (cemento, sconfisse anche Fibak) e Wembley indoor (sconfisse Scanlon). Il 1984 fu un anno per lui strepitoso, fu il SUO anno, che gli permise di arrivare addirittura sino al sesto posto della classifica mondiale! Iniziò la stagione vincendo ancora il challenger di Tunisi, quindi fece centro nell'ATP di Bari (in finale su Pedro Rebolledo), perse la finale a Nizza contro Gomez, prima di conquistare il titolo più importante della sua carriera, quello di Montecarlo in finale su Wilander, dopo aver battuto anche Lendl. Seguì ancora la finale al torneo di Amburgo sconfitto dallo spagnolo Juan Aguilera in 5 set ed i quarti di finale al Roland Garros (suo miglior risultato in uno Slam), dove fu sconfitto da Jimmy Connors. Ma la stagione non finì qui: giunsero altre due finali, quella vinta a Bastad in finale sul connazionale Jarryd e quella persa a Ginevra contro Krickstein, la semifinale di Barcellona ed il quarto turno agli US Open. La ciliegina sulla torta fu la strepitosa prestazione in Coppa Davis: nella finale sulla terra rossa indoor di Goteborg contro gli USA, Sundstrom riuscì ad infliggere una delle sole tre sconfitte stagionali all'inconstratato numero uno del mondo John McEnroe, confermando uno straordinario adattamento a quella manifestazione, nella quale conquistò in quell'anno sei successi su sei incontri (battendo anche Ivan Lendl). 
    Da questo momento, però, iniziò purtroppo il suo declino. Nel 1985 ci fu per lui una sola finale, quella persa ad Amburgo contro Mecir e le semifinali di Montecarlo e Forest Hills, ed arrivarono invece numerose inattese sconfitte, accompagnate anche da alcuni problemi fisici. Chiuso l'anno fuori dai primi 20 del mondo, nel 1986 tentò di risalire in classifica, limitandosi però a conquistare il suo ultimo titolo, quello di Atene (contro il messicano Maciel), oltre alla finale di Firenze (persa contro Gomez). Ormai fuori dai primi 50, negli ultimi anni della sua carriera, a causa di gravi problemi alla schiena, Sundstrom fu costretto a limitare la sua attività, giocando solo una ventina di incontri, senza ottenere risultati di rilievo, sino al ritiro avvenuto ad appena 25 anni nel 1989. Giocò (e perse con l'americano Duncan) nel 1989 il suo ultimo match a Montecarlo, dove attualmente vive e lavora. A quanto ci risulta ha completamente abbandonato il mondo del tennis.

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