“Nato
il 4 luglio”, l'australiano John Alexander è molto popolare nel
nostro Paese. Si tratta di un tennista molto atletico ed elegante,
dotato di un ottimo servizio e di un eccellente gioco di serve &
volley. Classe 1951, appartenente alla “nidiata” immediatamente
successiva a quella dei grandi australiani, John è stato senza
dubbio un gradino sotto gli irraggiungibili Immortali, pur
costruendosi una carriera di elevatissimo profilo. Lo ricordiamo in
particolare protagonista della finale di Coppa Davis persa
dall'Italia a Sydney (sua città d'origine) nel 1977, quando
sconfisse Barazzutti e, in un match incredibile ed indimenticabile
(raccontato tempo fa, nel dettaglio, su questa pagina), anche Adriano
Panatta. In Coppa Davis è ricordato come il più giovane giocatore
ad aver mai preso parte ad un Challenge Round: accadde nel 1968,
quando in coppia con Ray Ruffels perse il doppio contro Stan Smith e
Bob Lutz nella sfortunata sfida di Adelaide contro gli USA.
Protagonista di una eccellente attività a livello juniores, lo
ricordiamo vincitore del torneo di Wimbledon nel 1968 (sul francese
Jacques Thamin) e finalista l'anno dopo (superato da Byron Bertram),
oltre che vincitore di due edizioni consecutive del Trofeo Bonfiglio
(1969 e 1970) e degli Australian Open (1970). Già nel 1968 iniziò a
disimpegnarsi ottimamente nel circuito mondiale: lo ricordiamo in finale al
popolare torneo rumeno di Mamaia (sconfitto da Nastase) e
semifinalista a Napoli. Giocatore poliedrico, assolutamente a suo
agio su tutte le superfici, Alexander riuscì a spingersi sino
all'ottavo posto mondiale ed vincere 7 titoli ATP su ben 21 finali
disputate: Forth Worth WCT e Tucson 1975 (su Nastase e Stockton),
North Conway 1977 (su Orantes), Louisville 1979 (su Terry Moor), Sydney e
Bristol 1982 (su Fitzgerald e Mayotte) e Auckland 1983 (su Russell
Simpson). Da ricordare, che la sua carriera è stata pesantemente
condizionata da serissimi problemi alla schiena, che lo bloccarono
anche per lunghi periodi.
In carriera sconfisse tanti big: citiamo
solo i più importanti, Borg, McEnroe, le leggende australiane Laver,
Rosewall e Newcombe, Stan Smith, Ashe, Nastase e Vilas. E' ricordato
inoltre come una delle storiche “bestie nere” di Adriano Panatta
che, in effetti, contro di lui vinse solo il primo scontro diretto
(rimontando due set di svantaggio al Roland Garros del 1970) e perse
i successivi sei. Nei tornei dello Slam raggiunse tre volte la
semifinale agli Australian Open (nel 1974, battuto da Connors e nelle
due edizioni del 1977, superato da Vilas e Gerulaitis) e diverse
volte gli ottavi di finale in tutte le altre prove. In Coppa Davis,
dopo l'esordio nel 1968, ha giocato a più riprese sino al 1982,
collezionando 17 vittorie e 9 sconfitte in singolare e 10 vittorie e
5 sconfitte in doppio: fu avversario degli azzurri non solo nella
finale del 1977, ma anche l'anno prima quando nella semifinale di
Roma ci rese la vita molto difficile, sconfiggendo sia Panatta che
Barazzutti.
Ottimo
doppista, non solo in Coppa Davis ma anche nei tornei, giocava
prevalentemente col connazionale e amico Phil Dent: ha all'attivo 28
titoli complessivi e due titoli Slam (su 6 finali) sempre in
Australia, nel 1975 con Dent e nel 1982 con l'altro connazionale John
Fitzgerald.
In
tempi recenti si è dedicato con buon successo all'attività
politica.
(disponiamo
di tante sue foto: ci piace particolarmente questa scattata durante
la finale del torneo di Palermo del 1982, quando perse dal boliviano
Mario Martinez).
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