La storia del tennis è costellata di giocatori a dir poco "turbloenti" e di altri "imperturbabili": a questa ultima categoria apparteneva certamente Bjorn Borg, detto anche "Ice-Borg" per evidenziare il suo comportamento glaciale di fronte a qualsiasi evento accadesse dentro il campo da tennis. Non sono quindi molti i casi in cui Borg perse il suo proverbiale aplomb...Molti di noi hanno in mente la sua immagine particolarmente polemica nel corso del match con John McEnroe (e chi se no?) nel Masters del 1980, giocato a New York nel gennaio del 1981 e immortalato dalla foto sopra riportata. Indispettito per una chiamata arbitrale a suo sfavore, l'Orso continuava a protestare col baffuto giudice di sedia, sino a beccarsi un punto di penalizzazione!
Oggi però non vogliamo rievocare quell'evento, bensì un fatto certamente meno noto. Ma partiamo dal principio..
Pochi ricordano che tra la fine del 1976 e la prima parte del 1977 Bjorn Borg dovette fronteggiare un’insolita “astinenza” dal successo. Parliamo di circa sei mesi: dopo il titolo conquistato a Boston nell’estate del 1976 (in finale su Solomon) perse infatti la finale degli US Open con Jimmy Connors e quindi altri tre match (a Stoccolma con Brian Gottfried, a Philadelphia con Ray Moore ed a Little Rock con Sandy Mayer). Niente di speciale, ovviamente, vista l’attività piuttosto ridotta svolta in quel lasso di tempo, nel quale peraltro si aggiudicò anche la Pepsi Grand Slam di Boca Raton, evento non valido per il Grand Prix ma di grande prestigio (sconfisse Adriano Panatta, annullandogli un match point e Connors); la stampa però sottolineò in maniera piuttosto insistente e marcata questo inconsueto “digiuno”, attribuendolo in particolare all’amore appena sbocciato con la futura moglie Mariana Simionescu ed alla causa miliardaria intentatagli dal direttore del WCT Mike Davis, per inadempienze contrattuali successive al ricchissimo accordo da Borg appena raggiunto con il WTT, il campionato americano intercitta’ a squadre (che gli avrebbe appunto impedito lo svolgimento di molta dell’attività programmata dal WCT, col quale si era precedentemente impegnato).
Arriviamo dunque alla fine del mese di febbraio del 1977: Borg si presentò da favorito al torneo indoor di Memphis, ma il suo nervosismo e la sua incertezza parvero subito evidenti. Nel corso del match di secondo turno vinto in due set con l’americano Jeff Borowiak, accadde un fatto a dir poco bizzarro: il glaciale Orso svedese, irritato da alcune chiamate sfavorevoli da parte di un giudice di linea, andò in escandescenze, arrivando al punto di levarsi la maglietta, lanciarla per terra ed abbandonare il campo di gioco!! Solo la sostituzione del giudice di linea “incriminato” lo convinse a riprendere il gioco e concludere vittoriosamente il match con Borowiak. Ma non fini’ qua. Il giorno seguente il suo avversario era l’inglese John Lloyd: durante il palleggio di riscaldamento lo speaker, nel presentare lo svedese, ebbe la brillante idea di dire “....il grande Bjorn Borg, che ieri sera ha avuto la meglio su Jeff Borowiak e su un giudice di linea”. Borg lanciò un’occhiata verso l’alto e reagì in modo drastico ed imprevedibile : semplicemente non giocò il primo set, perdendolo a zero in meno di 15 minuti. Anche stavolta l’organizzazione del torneo corse ai ripari, allontanando il famigerato speaker, cosa che portò d’incanto Borg ad entrare nel match ed a vincerlo agevolmente. Da qui in poi infilò Lutz, Gullikson e Gottfried interrompendo la sua “astinenza” dal successo, ma quel torneo viene ricordato soprattutto per le sue inconsuete intemperanze.
A.C. (il Museo del Tennis)